Nella sintesi tra l’energia elettrica del punk e la melodia sta il segno stilistico che ha fatto dei Verdena una delle band che meglio sono riuscite a conciliare il pop con la tensione giovanile. Dall’underground al successo di pubblico, con una serie di album ai quali si aggiunge il nuovissimo Endkadenz (Volume 1). Con Alberto Ferrari, il cantante del gruppo, abbiamo parlato di dischi, libri e film.
Alberto, quali sono i dischi che più hai ascoltato nel periodo della registrazione?
Il Requiem di Mozart, perché lo avevo accantonato e invece potrebbe essere uno dei miei dischi preferiti in assoluto. Ho ammirato molto altri artisti classici come Čajkovskij che, al contrario, mi sono piaciuti subito. Mozart ho dovuto ascoltarlo con più calma e attenzione e non sempre ho tempo per farlo. Una volta fatto ho scoperto un mondo di semitoni che mi hanno entusiasmato. Ci sento i Beach Boys, i Beatles e i Nirvana. Poi Ozma dei Melvins, perché è bello e impossibile. Ozma è il loro disco che preferisco in assoluto. Scientifico e punk allo stesso tempo. Irraggiungibile. Infine New di Paul McCartney.
Perché Paul va ascoltato con calma. Più lo ascolto, più mi piace. La prima volta che lo sentii pensai “Ah! Roba da vecchietti”, ma più lo ascoltavo più ne diventavo ossessionato. Adoro i Beatles e adoro tutta la produzione di Paul McCartney versione solista, senza escludere (quasi) nulla.
E i libri?
Il piccolo principe che ho letto a mio figlio Tobia almeno dieci volte nell’ultimo anno e sempre ci commuove. Un libro di rara bellezza che ho scoperto solo diventando papà. Meglio tardi che mai!
Ho nuovamente affrontato il GGG di Roald Dahl. Perché non ce la facciamo mai a finirlo. Da anni è sul comodino vicino al letto. Prima che venga ricoperto dalla polvere lo riesumiamo e lo riprendiamo da capo. Poi una biografia, Dimebag. È la storia di Darrell Abbott, chitarrista dei Pantera-Zac Crain. Sono un fan dei Pantera e la sua storia mi ha appassionato.
Chiudiamo con i film…
Parto da Milk di Gus Van Sant. Un film che racconta di valori a cui tengo molto. Poi c’è Sean Penn diretto da Gus Van Sant, uno dei miei attori preferiti, diretto da uno dei miei registi preferiti. Poi Ritorno al futuro di Robert Zemeckis. Perché è un tuffo nel passato. È stato il primo film che ho visto al cinema, nell’85. Lo conosco a memoria.
febbraio 2015