È lo stesso schema che Azar Nafisi ha usato anni fa per il suo “Leggere Lolita a Teheran”: prendere un capolavoro della letteratura, spiegarlo, esaminarlo, dissezionarlo inserendoci frammenti della propria vita e di quella del luogo dove vive. Ma questa volta sono cambiati i libri che la Nafisi commenta e fa rivivere, “Huck Finn”, “Babbit” e “Il cuore è un cacciatore solitario”. Ma soprattutto è profondamente diverso il contesto in cui la lezione adesso si svolge.
Non più un luogo semiclandestino nella Teheran degli ayatollah dove parlare di Lolita e di libertà a ragazze iraniane costrette dall’oscurantismo al velo fisico e intellettuale. Ma gli Stati Uniti liberi, in cui ora Nafisi vive e insegna. Tuttavia la letteratura, la sua lettura e il mescolarla alla propria vita sono anche qui, secondo l’autrice, linfa vitale per ognuno di noi e in qualsiasi luogo della Terra. Tra l’altro, con una scrittura molto gradevole, Nafisi ci fa capire che molti autori statunitensi, a cominciare da Hemingway, debbono molto a Mark Twain, al punto che i suoi personaggi si riconoscono in tanti romanzi successivi.
Azar Nafisi
La Repubblica dell’immaginazione
Adelphi Editore – 290 pagine, 19 euro