Cultura e tempo libero

Dal Salento alla world music: i Kalàscima

Kalscima.jpgLa loro visione della musica tradizionale passa per i filtri contemporanei della sensibilità urbana, proponendosi come colonna sonora di una nuova identità dove le radici e lo sguardo sul futuro si mescolano. Motivo che porta i salentini Kalàscima, guidati da Riccardo Laganà, sulle vie del mondo, nei grandi festival internazionali, dove si delineano i confini (caotici) della world music. Psychedelic Tarantella (Ponderosa) è il titolo del loro nuovo album che vanta prestigiose collaborazioni come quella col compositore Ludovico Einaudi.

Riccardo, il vostro disco così ricco di citazioni, nasce anche da tante passioni sonore. Quali?
Certo e i miei ascolti le rispecchiano. Penso a Aphex Twin, lo sperimentatore elettronico inglese che nel nuovo disco, Syro offre una gamma inquieta di frequenze che lasciano l’ascoltatore senza respiro. La stessa sensazione provocata da This is PIL, dei Public Image LTd, la band di avant garde tra metallo e punk di Johnny Lydon, il fondatore dei Sex Pistols. Consiglio anche un disco qualsiasi delle Draka Braka, band ucraina, in bilico tra tradizioni e pop psichedelico.

E invece che libri hai letto di recente?
Molti e diversi tra loro. Su suggerimento di Ludovico Einaudi ho letto Gita al faro, scritto da Virginia Woolf e pubblicato 1927. Mi ha impressionato la sua scrittura liquida, in costante movimento, che ha ispirato Le Onde, un disco di Einaudi. Ho anche letto la biografia di Frank Zappa, curata da Peter Occhiogrosso, che svela il rapporto del grande compositore americano con le orchestre e con la musica colta. Infine, un saggio di Luciano Canfora, La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone.

Chiudiamo con i film…
Consiglio sicuramente American Hustle di David O. Russell per la sua capacità di farci immergere negli anni 70 americani e Dallas Buyers Club di Jean-Mark Vallée, che affronta un tema delicato come la tossicodipendenza e l’HIV con drammaticità e lirismo. Ma consiglio vivamente ai lettori anche un film come 24 Hour Party People di Michael Winterbottom, che racconta la storia, talmente avventurosa da sembrare una fiction, della Factory Records, la piccola etichetta di Manchester che portò al successo i Joy Division e i New Order.

ottobre 2014

Tag: musica, cultura

Condividi su

Lascia un commento

Dicci la tua! Scrivi nello spazio qui sotto cosa pensi dell’articolo, la tua opinione è importante per noi.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere

Ho letto la policy privacy e accetto il trattamento dei miei dati personali

Iscriviti alla
newsletter

di Consumatori

Ricevi ogni mese via mail la rivista digitale e le notizie più interessanti

;