Skateboard.jpgUna tavola con quattro ruote in poliuretano. Questo è di base uno skateboard che viene poi declinato in mille modi differenti se si è degli skater esperti, ragazzi che amano indossare felpa e cappuccio, votati allo hip hop e allo street style. Tuttavia, gli ingredienti indispensabili per far sì che una semplice tavola (deck o board), con carrelli (trucks), ruote (wheels) e cuscinetti (bearings) diventi un’esperienza emozionante, appartengono a tanti e sono la giovane età, un pizzico di spregiudicatezza, il piacere di scivolare via “surfeggiando” sulla terraferma.
Da dove cominciare, allora, per divenire quanto meno dei principianti dello skateboard?
Dalla tavola ovviamente. Meglio sceglierla con una curvatura minore se si è agli inizi. Mediamente è lunga fra i 75 e gli 80 cm e larga una ventina, e ci si può trovare bene se monta ruote di 52-60 mm di diametro con una durezza tra 90 e 100A (è la scala di misurazione usata), giusto compromesso tra velocità e peso. Qui va aperta una parentesi per dire che ruote più larghe e più tenere assicurano velocità e un miglior rotolamento sui terreni accidentati, mentre ruote più piccole e leggere avvicinando il deck al suolo favoriscono i salti (tricks) e le evoluzioni tecniche.
Rivestita di un materiale aderente, la tavola di norma dovrebbe essere composta dai 5 ai 9 strati di acero canadese, il migliore dei legni: la stragrande maggioranza di strati ne ha 7. Materiali di nuova generazione sono l’alluminio, la vetroresina e la fibra di carbonio. Importanti sono i cuscinetti che vengono identificati secondo la scala ABEC, che procede per numeri dispari da 1 a 9. Si sostituiscono come le ruote quando hanno preso troppi colpi e troppo duri. Generalmente, un ABEC 5 permette una buona scorrevolezza e precisione e può andar bene per vari stili e superfici.
Si chiamano longboard le tavole per tipi più tranquilli, che amano spostarsi su medio-lunghe distanze, per il cosiddetto “surf da strada”. In questo caso i deck misurano di più, hanno ruote più grandi e carrelli più flessibili che agevolano le curve a discapito dei salti. l freeboard, invece, si riconoscono perché forniti di sei ruote (due in più) per simulare i movimenti di uno snowboard, di cui sono l’alternativa su pista, mentre per le acrobazie più spericolate esistono gli waveboard, a due ruote e ipersnodati.
In tutti i casi per prevenire traumi cranici o fratture  è meglio indossare il caschetto e sono consigliate ginocchiere, polsiere e cavigliere o addirittura i “body shields”, delle armature imbottite da portare sotto i vestiti per attutire i colpi delle cadute  inevitabili che fanno parte, ad ogni livello, dello skateboarding.

Le mani sul portafogli

Skateboard
a partire da 30-40 euro 

Waveboard
idem come sopra

Freeboard
a partire da 60-70 euro

Longboard
da 80 a 200 euro

I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato

Ma il Codice della strada…

Nelle grandi capitali europee o americane è la polizia a muoversi sui pattini. In Italia, invece, nonostante diverse proposte di legge rimaste lettera morta, se si hanno skateboard, monopattini, pattini in linea o tradizionali non è possibile circolare su marciapiedi, carreggiate né – quel che più sorprende – su piste ciclabili. Tolte rare eccezioni tra cui le ciclopedonabili del Trentino, si può rollare normalmente solo nei pattinodromi o su strade private. A ribadirlo è il Codice stradale che all’art. 190 li definisce “acceleratori di velocità” (essendo sprovvisti di veri e propri sistemi frenanti) e non mezzi di trasporto. Sta al buon cuore dei vigili “tollerare” gli amatori e non multarli. 

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