Cultura e tempo libero

700 anni, ma non li dimostra!

Dante Alighieri moriva nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna. Settecento anni dopo in quella città  e in tutta Italia, celebreremo l’uomo ma soprattutto le sue opere, a partire dalla  Commedia che comincia proprio il 25 marzo del 1300 – secondo le ricostruzioni degli studiosi –  nella selva oscura, con lo smarrimento della “diritta via” e con la discesa agli inferi. Per questo il 25 marzo di ogni anno si festeggia il Dantedì, e quello di quest’anno è particolarmente simbolico: sarà come il via ufficiale agli eventi per i  700 anni dalla morte del Sommo Poeta.

Come orientarsi in questo amplissimo cartellone, per non smarrire, noi pure, la diritta via? La nostra guida d’eccezione è Giuseppe Ledda, dantista e docente dell’Università di Bologna, nonché componente del Comitato nazionale per le celebrazioni che ha selezionato e finanziato i progetti per questo anno dantesco. «C’è stata una grande progettualità diffusa, in tutta Italia: perché Dante è di tutti, non solo delle città dantesche per eccellenza come Firenze, Ravenna, Verona o Bologna. Nelle sue opere si trovano riferimenti geografici a zone in cui non è mai stato, ma la sua immaginazione prodigiosa l’ha portato a citarle nelle sue opere. Se proprio dovessimo tracciare un percorso ideale direi che non si può non partire da Ravenna, che è da secoli il cuore del culto dantesco, su cui la città ha costruito una progettualità straordinaria. A cominciare dal Ravenna Festival che organizza e promuove opere musicali, teatrali e di danza legate al ricordo di Dante ogni anno, ma quest’anno in modo particolare».

Pur nella precarietà del momento, una cosa dunque è certa: per incontrare Dante si deve andare a Ravenna, perché – come spiega Ledda  – «lì ci sarà sempre qualcosa di bello da fare. Tra l’altro proprio in questa città – riprende il professore – verrà riaperto il Museo dantesco, che anche prima era bello e molto visitato, ma era comunque pensato molti anni fa. Ora il nuovo allestimento fa un intelligente uso di nuove tecnologie unite a una grande serietà scientifica». Oltre a una potente esperienza immersiva nella poesia della Commedia, il museo propone oggetti suggestivi, tra cui  l’opera di ricostruzione tridimensionale del volto di Dante, realizzata a conclusione di uno studio antropologico associato a tecniche di fisiognomica e informatica, e la cassetta in legno in cui per almeno due secoli sono state conservate, e fortunosamente salvate, le spoglie del Poeta.

Rimaniamo a Ravenna e spostiamoci al MAR, il Museo d’arte della città, che propone un insieme di mostre tra cui una storica (“Inclusa est flamma. Ravenna 1921” sul Secentenario della morte di Dante, in corso fino a luglio), una che fa da ponte tra Ravenna e Firenze, grazie al prestito di un nucleo di opere degli Uffizi a tema dantesco (“Dante nell’Ottocento, Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna”), e “Un’epopea pop” che sarà inaugurata a settembre e che indagherà la fortuna popolare di Dante, dal testo alle immagini, tra libri film, fumetti e videogiochi.

E Firenze, dove è nato?  «Qui – segnala la nostra ‘guida’ – ci sarà una mostra dei Codici conservati nelle biblioteche di Firenze». Promossa dalla Società Dantesca Italiana e intitolata “Dante e il suo tempo nelle biblioteche fiorentine” avrà come sedi espositive tre principali storiche biblioteche pubbliche statali della città: la Biblioteca Medicea Laurenziana, organizzatrice dell’evento, la Biblioteca Nazionale Centrale e la Biblioteca Riccardiana. Aprirà a settembre e sarà disponibile anche online, consentendo al visitatore di sfogliare virtualmente i materiali  attraverso i quali  ci è giunta l’opera del Poeta.

Non possiamo non citare gli Uffizi, con la mostra “A riveder le stelle”, già online perché completamente virtuale, sul sito del museo fiorentino: presenta tutti i disegni di Federico Zuccari per la Divina Commedia, digitalizzati in alta definizione. Al Museo del Bargello, uno dei luoghi danteschi per eccellenza perché negli affreschi della Cappella è custodito il più antico ritratto di Dante, apre proprio in questo mese la mostra “Onorevole e antico cittadino di Firenze”, che esplorerà il rapporto tra Firenze, il Poeta e la sua opera. A partire da settembre, ecco “La mirabile visione, Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista”. Illustrerà la percezione di Dante e della Divina Commedia nel contesto letterario tra Otto e Novecento. Ma perché la figura di Dante ha attraversato i secoli con tanta forza?«Perché è un poeta. – spiega Giuseppe Ledda – Non è tanto importante che fosse anche un politico, noi ci occupiamo di lui soprattutto per la potenza della sua poesia che ha la capacità di concentrare il significato, ma soprattutto di farlo esplodere prestandosi a letture successive che svelano sempre nuovi significati».

E seguendo le tracce della potenza della parola dantesca, ci portiamo a Bologna dove si svolgerà il progetto su “Dante e la Città del dir d’amore”. «Si parte dall’idea – spiega il professor Ledda – che proprio a Bologna si è sviluppata quella poesia d’amore (si pensi al Guinizzelli) che è stato il primo linguaggio poetico che Dante ha utilizzato da quando ha cominciato a scrivere poesia, dialogando proprio coi poeti bolognesi. Legate a questo tema ci saranno iniziative che mirano a raggiungere un pubblico ampio, di giovani, fino a dialogare anche con la Fiera del Libro per Ragazzi che si svolgerà nel mese di giugno e che avrà come tema centrale proprio la poesia».

Anche l’Università di Bologna si unirà alle celebrazioni con una mostra di materiali bibliografici, analizzando l’opera dei grandi dantisti dell’Alma Mater, da Carducci a Pascoli, fino a quelli del ‘900 come Raimondi e Pasquini. Il Dipartimento di lingue mostrerà la diffusione di Dante nel mondo, nelle varie lingue e culture, nelle numerosissime traduzioni. «Grandi scrittori di ogni letteratura – spiega Giuseppe Ledda – hanno cercato di imparare l’italiano per accostarsi alla poesia di Dante in originale. Per sentire almeno il suono delle sue parole. Per questo è stato un motore di promozione del desiderio di conoscere la nostra lingua e quindi anche di grande importanza economica per il nostro paese, perché le persone che leggono dante vogliono venire a vedere i luoghi danteschi… Insomma Dante è il motore dell’identità, del prestigio e della bellezza italiana».

Sempre a Bologna, l’Ibc organizzerà una rete di mostre che coinvolgerà le biblioteche storiche dell’Emilia-Romagna e che prevede l’esposizione di materiali antichi come incunaboli, stampe quattrocentesche e cinquecentine.«Materiali di grandissimo pregio – spiega il professore – che mostrano la diffusione di Dante nei primi secoli». 

Dante sul web Sul sito dell’Accademia della Crusca, si legge la parola dantesca del giorno, ogni giorno. Vera Gheno, sul canale Twitter di Zanichelli, fa quotidianamente riemergere, spiegandone l’etimo, una parola desueta della Divina Commedia.
A marzo 2021 prende anche il via, a cura della Società Dante Alighieri, il progetto denominato “L’Italia di Dante”, una piattaforma digitale dove le località visitate dal Poeta o da lui citate saranno proposte in itinerari danteschi.
Il calendario aggiornato degli eventi di Ravenna si trova sul sito www.vivadante.it ed è online anche una visita virtuale al sepolcro dell’Alighieri.
Per quanto riguarda Firenze, si può visitare anche online la Casa Museo di Dante, di recente riallestita, mentre il calendario con tutti gli appuntamenti è sul sito www.700dantefirenze.it.

Tag: Dante Alighieri, La Divina Commedia, dantedì, lingua italiana

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