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Cultura e tempo libero

L’intervista del mese: Levante

Il nuovo pop italiano è fatto di canzoni di forte impatto emotivo, con un accento sulla melodia che cita la tradizione ma la veste di suggestioni pop, che arrivano da ascolti internazionali. Una scena vivace che si arricchisce sempre di nuovi protagonisti. Come la cantautrice Levante, che ha appena pubblicato il suo nuovo album, Nel caos di stanze stupefacenti, e ha iniziato una collaborazione con Coop.

Levante, ci parli degli ultimi dischi che hai ascoltato?
Il disco più affascinante, tra quelli che mi hanno accompagnato negli ultimi mesi, è sicuramente Live & Hate di Michael Kiwanuka, cantante  soul  funk profondamente immerso nella cultura afro americana. C’è il blues autentico, ma scritto  e cantato oggi.
Poi Rome, frutto di una collaborazione tra due straordinari musicisti, l’americano Danger Mouse e l’italiano Daniele Luppi. Musica da viaggio, vellutati tappeti sonori, capaci di trasformare le immagini che scorrono davanti mentre lo ascolti, in un film. Infine A casa tutto bene, di Brunori Sas, perché è il nuovo De Gregori.

E i libri? Cosa ti ha appassionato di recente?
Elena Ferrante, con L’amica geniale, parole che ti invadono leggere, un racconto che si sviluppa con piacevolezza e una grande cura per i dettagli. Consiglio anche L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, che invece richiede più impegno. Siamo nella Sicilia della Seconda Guerra Mondiale, dove una donna scala le classi sociali con una decisione e un impegno pre femminista.
Ho appena terminato Eccomi di Jonathan Safran Foer, bellissimo, con una attenzione per l’amore che diventa sensualità, poi eroismo, accentuando, invece di diluirlo, il suo spirito romantico.

Chiudiamo con i film…
Inizio con Moonlight di Barry Jenkins: meraviglioso. Una storia di possibile redenzione, di abbandono senza speranza del ghetto. Come coltivare una illusione che la vita renderà irrealizzabile. Mi sono immedesimata completamente in La pazza gioia di Paolo Virzì. Un film folle come me, finale non scontato, trama perfetta!
Infine ho visto tre volte Birdman di Alejandro Gonzàlez Inarritu, sentivo una attrazione per questa pellicola, ma non riuscivo a razionalizzarla. Poi sono stata soggiogata dal senso di perdita dell’identità che aleggia ovunque.

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