Indovinello: chi è così contento da fischiare, oggi, mentre cucina un brasato in soli 45 minuti, sapendo che sta consumando del preziosissimo gas? Risposta: la pentola a pressione. Il fischio fuoriesce dal coperchio quando il vapore caldo spinge la valvola di sfiatamento, mentre la temperatura al suo interno supera i 100 gradi di una normale pentola, con il vantaggio di cuocere i cibi più velocemente (da un terzo alla metà del tempo) e lo svantaggio che qualche minuto in più o in meno possono inficiare la giusta cottura di carne, pesce, verdure, legumi in umido o patate, cioè alcuni degli alimenti più comunemente messi in questa particolare pentola chiusa ermeticamente. Ma basterà un minimo di pratica per sfruttarla al meglio: le sue origini risalgono alla fine del Seicento, in Francia, e da allora ha conquistato milioni di cucine.
A partire dal sibilo, che ricorda quello di un treno d’epoca, emesso dalla valvola di sfiato, occorre guardare l’orologio per calcolare i tempi di cottura, e reagire abbassando la fiamma. Per il resto la pentola lavora in piena autonomia, sia in termini di controllo (non richiesto) da parte di chi cucina, sia di dispendio energetico, che si riduce anch’esso. Altri vantaggi? Si conservano meglio i principi nutritivi e gli aromi naturali dei cibi, la cottura risulta più omogenea e i piatti salutari e digeribili.
In particolare le lavorazioni un po’ più lunghe sono consigliate in una pentola a pressione da 3,5 o 5, fino a 7 litri di capienza. Non tutti amano questo casalingo perché non è possibile aprirlo a fuoco acceso per verificare come proceda la ricetta, mentre altri lo evitano temendo il rischio di una esplosione, oggi invero assai remoto. La valvola non si alza più infatti come un tempo, ma si toglie (è di materiale plastico, dunque non si ossida) e poi si lava sotto il rubinetto. Nei prodotti di nuova generazione la scocca, inoltre, è stata ulteriormente ispessita con un triplo strato di acciaio inox/alluminio/acciaio inox, in modo da renderla più resistente e mantenere più a lungo il calore. Quasi tutte le pentole a pressione possiedono, oltre alla valvola di sfiato, più sistemi di sicurezza che impediscono di aprire la pentola quando è sotto pressione. E in aggiunta in alcune c’è una valvola a scarico verticale del vapore il cui scopo è limitare dispersione e perdita di liquidi, per una migliore riuscita finale della ricetta.
Patto d’acciaio In tanti anni di evoluzione tecnologica si è arrivati ad avere, oggi, anche pentole a pressione con un fondo adatto alla cottura a induzione, e altre specifiche per il forno a microonde. Ci sono modelli pratici da aprire con una sola mano e un solo movimento, altri dotati di più cestelli per la cucina a vapore.
Nella scelta, si consiglia di preferire una marca italiana o comunque Ue e di assicurarsi che sulla confezione sia riportato l’adeguamento alla normativa UNI EN 12778. Oltre a un buon sistema di sicurezza e al “patto d’acciaio” siglato con il costruttore, un occhio di riguardo meritano le maniglie che devono resistere al calore e sopportare un certo peso complessivo del recipiente a pieno carico: possono essere in acciaio “nudo” o rivestite in bakelite.
Per il resto, questo casalingo si conferma intramontabile (ogni promozione che fa Coop è un successo di pubblico garantito) e la crisi energetica lo ha riportato alla ribalta. Per una buona durata nel tempo, è importante curare la manutenzione, che va dal pulire la valvola dopo ogni lavaggio a evitare spugnette abrasive. E… ricordarsi di non mettere il coperchio nella lavastoviglie.