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Tradizionali, elettriche, a pedalata assistita. Purché “da asporto”

bici sul treno

Tradizionali o a pedalata assistita, hanno molto in comune con le altre biciclette (comode, pratiche, ecologiche) e qualcosa di diverso: sono pieghevoli e più spartane, prive di portapacchi e pochissimo accessoriate.
È un altro modo di muoversi, però, quando si ha tra le mani una due ruote “da asporto”, che può comodamente entrare nel baule dell’auto, salire in treno, in metro o sull’autobus, senza pagare un sovrapprezzo di biglietto e fruendo degli sconti previsti in molte regioni per gli abbonamenti misti. Con un clic, la bici ritorna com’era e il viaggio riprende, fin dentro l’ufficio o il luogo in cui si lavora.

Per il viaggio in treno o per uso lavorativo, è la muscolare, più semplice e leggera, la scelta da fare, mentre la elettrica, più pesante, si addice meglio agli spostamenti casa-lavoro per coprire distanze anche medio-lunghe, o se si vuole respirare aria di libertà lungo le ciclovie che stanno nascendo un po’ ovunque.

Piegate in due La bici “che si piega in due” resta una nicchia, ma sta guadagnando strada nel florido mercato delle due ruote. Se ne vendono 30-40 mila all’anno in Italia: niente male per un trend che complessivamente si sta spostando verso l’elettrico. Tanto che, secondo Bosch, nel 2025 una bicicletta nuova su due (pieghevole o non) sarà ricaricabile. Lo lasciano presagire gli ultimi numeri che si avviano a confermare anche per il 2021 ( i dati ufficiali di Ancma, l’associazione dei produttori, sono attesi per la primavera) gli andamenti record del 2020: un anno d’oro per tutto il settore, che ha visto oltre 280mila bike a batteria vendute, pari a un +44% sul 2019 contro un + 14% delle biciclette tradizionali, corrispondente a un milione e 730 mila pezzi.
Se l’effetto combinato tra lockdown e bonus mobilità è svanito, il boom della “biga”, come la chiamano a Milano e Bologna, dunque si consolida. Nel 2022, tuttavia, qualche incognita in più c’è, dovuta all’inflazione che è tornata ai livelli più alti. Sono previsti rincari anche in questo settore, mediamente del 20%, legati soprattutto alla fornitura di forcelle, cerchioni e altri pezzi acquistati in Asia e poi assemblati nel nostro Paese. Ma il prodotto non dovrebbe comunque scarseggiare come nei mesi scorsi. Coop si è mossa già nel giugno 2021 ed è fiduciosa di riuscire a soddisfare la domanda, che è sempre alta anche nella grande distribuzione.

La trasportabilità Discendenti della Graziella di una volta, le biciclette pieghevoli di oggi esibiscono design nuovi, eleganti e un po’ più aggressivi. Occupano poco spazio, per cui si possono tenere in casa o sul balcone se non si dispone di un garage. Ma perché preferirle, ad esempio, a un monopattino per gli spostamenti? A confronto, le agili citybike hanno dalla loro, oltre alla stabilità, il fatto che fanno guadagnare in salute consentendo una moderata (le e-bike) o discreta (le bici tradizionali) attività fisica quotidiana.
Uno degli elementi da considerare prima dell’acquisto è la trasportabilità, che dipende dal peso, dalle dimensioni e dal meccanismo di piega della bicicletta. Quest’ultimo è quasi sempre centrale e comprende pedali e manubrio. La bici, una volta richiusa, deve essere molto compatta e leggera, tra i 12 e i 15 chili, con le ultraleggere che arrivano alla decina. Il telaio ideale è perciò in alluminio (nei prototipi di fascia media) oppure in acciaio con cerchioni in alluminio, o ancora in fibra di carbonio per i più esigenti e disposti a spendere. Essendo bassa, la struttura facilita la salita e la discesa, mentre i cerchioni, piccoli, da 20 pollici, permettono di infilare il mezzo, volendo, anche in una sacca da trasporto.
È buona norma – consigliano gli esperti – verificare in primo luogo il meccanismo di blocco e sblocco, che nei modelli migliori si effettua in una decina di secondi, senza dimenticare i freni che possono essere a tamburo, V-brake (i più diffusi) o a disco. Buona parte delle bici pieghevoli, per una questione economica e di utilizzo pratico, sono monomarcia, ma se si hanno dislivelli da affrontare, il cambio è una scelta azzeccata.

In strada col vento in poppa Arrivando alla famiglia delle e-bike pieghevoli, si apre un altro mondo, ricco di sorprese. Chi predilige andare “fuori strada” punterà su una e-fat (a pneumatico largo) o su una mountain bike, che si dimostrano a proprio agio su tutti i terreni, ma il cui peso può toccare i 30 chili. Gli esteti, pronti a spendere anche diverse migliaia di euro, ricercano modelli sofisticati, ad esempio con la batteria nascosta nel telaio. Per tutti gli altri, la prima cosa da valutare bene è proprio la batteria, cuore pulsante di una Pedelec: possibilmente al litio, che si è dimostrato il materiale più funzionale per durata, resistenza e velocità di carica. Le migliori sono a 36 volt, con un’autonomia di marcia fino agli 80 km. Si possono poi staccare, ricaricare e, dopo un paio d’ore, rimettere al loro posto per ricominciare un altro pezzo di viaggio: una sorta di “regata” su strada, ma senza sudare, col vento sempre in poppa…

Mano al portafoglio L’assortimento Coop primaverile, disponibile sul sito www.cooponline.it o nei negozi fisici, è composto da una selezione di pieghevoli muscolari Denver, Esperia o senza marca, a un prezzo tra i 170 e i 200 euro. Per quanto riguarda le e-bike, le proposte viaggiano intorno ai 650 euro, più una Denver sotto i 900 euro. Le singole Coop, inoltre, propongono sui rispettivi territori offerte riservate ai soci: per alcune cooperative concentrate in un pacchetto bici in questo mese di marzo, per altre programmate in più momenti promozionali, nell’arco di tutto l’anno.

Esempio di pieghevole tradizionale
Telaio in acciaio, ruota 20 pollici con cerchio in alluminio, cambio Shimano a 6 velocità, freni V-brake: 160 euro circa

Esempio di e-bike pieghevole
Telaio in acciaio, ruota 20 pollici, motore 250 watt, monovelocità, batteria al litio: 600 euro circa

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