Negli ultimi tempi si è diffuso il panico da “chiave bulgara“, una chiave speciale capace di aprire tutte le porte o quasi, comprese quelle blindate (non sempre dotate di serrature di alta sicurezza), senza per giunta lasciare segni di effrazione. In realtà questo grimaldello è sì molto efficace, ma non infallibile. E nemmeno nuovissimo, essendo una riedizione del “metodo ad impronta” con lima già noto nell’Ottocento. Come agisce la chiave bulgara? Prima di tutto fa un calco prendendo l’impronta, poi realizza un duplicato di chiave limando i suoi dentini mobili. È in grado in questo modo di aprire ogni serratura a doppia mappa di vecchia concezione (anteriore al 2011) molto diffusa in Italia – da sostituire con una serratura a cilindro europeo – o una serratura di altro tipo purché non sufficientemente sicura. Come saperlo? Adalberto Biasiotti, dell’Unione consumatori di Modena, consiglia di rivolgersi a un serraturiere e non a una semplice ferramenta per verificarlo e trovare il rimedio giusto. Un fabbro torinese, recentemente, sostiene di esserci riuscito inventando un sistema chiamato Cerbero, una specie di “uovo di colombo” che impedisce fisicamente l’apertura della porta tramite un pistoncino interno.
Senza scasso sono anche alcuni furti nelle auto riportati dai giornali. Che essi avvengano tramite clonazione dei codici dei telecomandi sarebbe una bufala (i telecomandi li ricombinano continuamente), ma un modo per entrare in auto i ladri lo hanno trovato lo stesso: usano una sorta di scanner con il quale – si legge su Ansa.it, che cita uno studio del Sunday Times – accedono a “un punto d’ingresso ai circuiti elettronici di bordo che, per effetto delle normative europee, deve essere accessibile a tutti i riparatori”. Per intercettare, invece, il comando di chiusura e far sì che l’auto resti aperta, attivano un disturbatore di frequenza. Occhio dunque agli apparecchi e ai tipi sospetti soprattutto nei parcheggi affollati dei centri commerciali.
giugno 2014