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Quando la lentezza dà buoni frutti: l’estrattore

Estrattore_succo.jpgLavorare con lentezza dà migliori risultati. Su questo principio si fonda il successo dell’estrattore di succo (“slow juicer“), tra gli elettrodomestici più venduti nel 2014: un “prodotto novità” che ha avuto un boom inaspettato in un mercato tendenzialmente stabile come quello del piccolo elettrodomestico.

A differenza di centrifughe, spremiagrumi e frullatori, queste particolari “kitchen machines” (macchine da cucina) non sminuzzano velocemente frutta e verdure generando calore dalla frizione delle lame, ma le riducono con lentezza, spremendole delicatamente a freddo (come fossero olive…) attraverso l’utilizzo di una vite senza fine. La vite, chiamata coclea, fa uscire da una bocchetta il succo, dall’altra la polpa.

Il succo in questo modo risulta più omogeneo e soprattutto preserva le preziose proprietà nutrienti, vitamine, enzimi e sali minerali, in percentuali nettamente superiori a confronto di tutti gli altri sistemi di spremitura, favorendone un rapido e quantitativamente maggiore assorbimento da parte del corpo.

Queste caratteristiche – unite all’avanzamento tecnologico che ha ridotto l’ingombro e migliorato la qualità di questi elettrodomestici piccoli sì, ma non proprio comodi da piazzare in casa – ne hanno decretato una scalata continua nelle classifiche di vendita: negli ultimi 7 mesi gli “slow juicer” sono saliti a 3/4 del totale dei sistemi di spremitura nel mondo (dati Gfk) trainando con sé il resto del comparto. E all’Ifa di Berlino si sono viste le proposte di quasi tutte le principali marche oltre ad un commercio online già molto vivace che vede siti specializzati sul tema.

Il “succo vivo” Il “succo lento”, o “succo vivo”, piace a chi, non necessariamente vegano o vegetariano, ama il cibo fatto in casa e i sapori naturali intensi, e sceglie una vita sana a base di frutta e verdura. Alcuni dei cosiddetti “crudisti” vi ricorrono anche sulla spinta di motivazioni di carattere terapeutico.

Nell’estrattore possono entrare praticamente tutti i tipi di frutta (senza il nòcciolo) e di verdura e le erbe aromatiche, il che consente mix molto creativi. Accanto all’Ace o al latte di mandorla, troviamo ricette inconsuete che associano zucca e carote, mele carote zenzero e finocchio; o ancora mele, pere e cannella e così via. Inclusi quei semi di grano (o frumento) dai quali si ricava un concentrato verde molto amato dai salutisti per le sue virtù tratte dai germogli.

E che utilizzo viene fatto dei residui asciutti della spremitura? Niente si butta via con questo elettrodomestico “slow”, ecologico, che consuma tra l’altro meno degli altri (vedi box a lato): con i residui si possono fare sorbetti, torte e biscotti alla frutta.

Come sceglierlo A fare una certa differenza in fase di acquisto non è tanto il numero dei giri al minuto che può variare (di poco) da estrattore a estrattore, ma deve essere poi sempre rapportato alla resistenza alla macinazione opposta dai singoli prodotti. Contano di più la robustezza e il tipo di materiale (Ultem e Tritan in genere caratterizzano gli estrattori di fascia alta, il policarbonato la fascia più economica) e passando agli ingranaggi, quale sistema di vite è utilizzato per la macinazione: la coclea può essere, infatti, orizzontale o verticale, quest’ultima in commercio da un paio di anni e “sposata” a un design più elegante.

I macchinari migliori hanno un doppio albero orizzontale, ma il prezzo qui sale di un bel po’. Importante è in particolare la tenuta del motore che può essere a spazzole o a induzione e deve garantire una buona durata nel tempo.

Tra i principali accessori va segnalato il filtro, che se è a maglia sottile rilascia un succo più liquido e vellutato, se è a maglia larga un succo più denso e corposo. Gli estrattori sono facili da assemblare e da pulire in lavastoviglie, e poco rumorosi.

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