tempo di far montare gli pneumatici invernali o, in alternativa, di mettere le catene a bordo. Questo vale per chiunque viaggi fuori dai centri urbani, ma i Comuni possono richiedere l’obbligo anche all’interno delle aree abitate. L’obbligo di circolare con dotazioni invernali va dal 15 novembre al 15 aprile ed è stato esteso, dal 2013, dal ministero dei Trasporti, a tutta l’Italia. Gli inadempienti rischiano contravvenzioni salate: da un minimo di 85 euro a un massimo di 338, se si è “pizzicati” al di fuori di un centro abitato, più il decurtamento di tre punti dalla patente; e da 41 a 169 euro se si viene fermati sulle strade comunali in cui vige l’ordinanza locale.
Parliamo degli i pneumatici invernali e di come si riconoscono. Hanno scanalature più profonde e tagli lamellari fitti e sono contraddistinti dalla siglia M+S (mud+snow, cioè fango e neve). Se, inoltre, vediamo il logo di una montagna con un fiocco di neve, significa che stiamo per acquistare uno pneumatico termico, o da neve, che è ancora più performante. Sarà però una nostra scelta, non una imposizione, dal momento che il Codice della strada non distingue tra invernali e termici e si accontenta dei primi purché si tratti sempre di prodotti omologati.
C’è anzitutto un tema di sicurezza stradale alla base di queste disposizioni, ma sempre più si sta facendo avanti il problema ambientale con le sue ripercussioni sulla domanda e sull’offerta del mercato. Com’è noto, infatti, le polveri sottili dipendono per una metà circa dal traffico auto, e di questa un 50% – spiega il direttore dell’Unità operativa di pneumologia del San Giuseppe di Milano – è prodotto dall’usura soprattutto dei freni, il rimanente dall’asfalto e dai pneumatici. Su questi ultimi le case produttrici stanno lavorando per arrivare a soluzioni meno impattanti (vedi box) riducendo da una parte il particolato, dall’altra i consumi di carburante e l’inquinamento.
Per vedere in commercio gli eco-pneumatici ci vorrà ancora tempo, ma chi ha una elevata sensibilità ecologista e vuole “spenderla” subito, può optare intanto per i ricostruiti che recuperano la carcassa dei pneumatici usati, evitando di mandarla in discarica e di rifare la struttura in gomma. Dunque hanno criteri di fabbricazione più sostenibili e costano anche meno, dal 30 al 60%, dei nuovi.
Un’alternativa agli invernali “puri” sono inoltre gli all-season, o 4 stagioni, che hanno una mescola simile a quella degli estivi con l’aggiunta di una più elevata quantità di silice in grado di conservare la gomma morbida anche con una temperatura sotto i 7 gradi centigradi. Possono essere utilizzati in ogni periodo dell’anno e rappresentano una scelta conveniente soprattutto per chi percorre meno di 10mila chilometri annui. Dal punto di vista delle produzioni di polveri, non si differenziano un granché se non per il fatto che hanno un grado di aderenza meno elevato, per cui con una buona manutenzione e con uno stile di guida adeguato, generano meno attrito. Guardando al portafogli, pur avendo costi produttivi identici sono mediamente più cari, per strategie commerciali, degli stagionali di un 5-6% sulle marche leader, mentre sulle marche inferiori, che costano meno, la percentuale di scostamento proporzionalmente aumenta.
Mano al portafoglio
Set completo di pneumatici invernali: a partire da 160 euro circa
Set completo di pneumatici invernali ricostruiti: a partire da 120 euro circa
Set completo di pneumatici all-season: a partire da 180 euro circa
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Ottima iniziativa