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Occhiali premontati o da sole: guida all’acquisto

Donna_con_occhiali.jpgL’età media che avanza e gli occhi sempre incollati agli schermi: il mix di questi due fattori “aiuta” la domanda di occhiali per presbiti che sono sempre più richiesti; l’età stessa in cui se ne avverte il bisogno per una visione ravvicinata è, oggi, anticipata come per altri disturbi visivi, miopia in testa, collocandosi per la presbiopia intorno ai 40 anni.

A ciò si aggiunge il fatto che dagli anni Novanta, quando per la prima volta approdarono nella grande distribuzione, ad oggi, molti passi avanti sono stati fatti (dai materiali usati, agli espositori alla promozionalità) dando così una indubbia popolarità a questa particolare categoria di occhiali, in crescita di circa il 15% in Coop nel 2014 contro un + 4% più generale.

Stiamo parlando per la precisione degli occhiali premontati per presbiopia “semplice”, gli unici a poter essere venduti a libero servizio (senza dunque l’assistenza di un ottico), dove per “semplice” si intende il fatto che utilizzano lenti da +1 a +3,5 diottrie uguali per occhio. Per tutti gli altri difetti visivi occorre rivolgersi a un corner ottico (nel sistema Coop se ne contano complessivamente una ottantina) con in mano una ricetta medica.

Vedere lontano nell’acquisto. Chi ha il dubbio di non vederci più bene da vicino, che cosa deve fare? Meglio se la sua presbiopia è stata già diagnosticata, in alternativa può recarsi presso uno degli espositori presenti in 400 punti vendita Coop (assortiti per tutto l’anno o stagionalmente) e provare, a una distanza di 40 cm, una tabella illustrativa con scritte di diverse dimensioni per capire il tipo di correzione di cui necessita.

I prezzi degli occhiali venduti in blister (contenitori in plastica) sono molto invoglianti, mediamente 10-12 euro a occhiale dotato di lente infrangibile e antigraffio. Non è raro per questo che si posseggano più montature, a casa, in ufficio e in macchina.

Il risparmio per uno “smarcato” (occhiale non di marca) distribuito nella grande distribuzione, è pari a circa la metà rispetto all’acquisto in un centro ottico tradizionale, con una qualità che è la medesima. A dirlo non è un claim pubblicitario ma il product manager di un grande gruppo la cui principale linea di attività è l’occhialeria. Forte di una lunga esperienza e di 15 anni di rapporti con tutta la distribuzione moderna, dice: “Un consiglio che mi sento di dare è di non comprare occhiali se non all’interno di strutture organizzate: questo perché applicano processi di controllo e sono molto attente a qualità e sicurezza per non rischiare di perdere i clienti. I compratori Coop, poi, lo posso testimoniare, vanno anche più a fondo per capire chi è e come lavora un’azienda, e ciò non può che fare piacere a chi nei sistemi di qualità ha deciso di investire”.

A rigor di legge gli obblighi per un occhiale riguardano la certificazione Ce che il prodotto sia conforme alle disposizioni comunitarie, il marchio del fabbricante impresso sulla montatura, il grado di correzione timbrato sull’asta e il foglietto di avvertenze per il consumatore. Le aziende più scrupolose aggiungono il lotto di produzione per eventuali ritiri dalla vendita.

Parlando di materiali, che sono controllati dal ministero della Sanità, i più usati sono l’acrilico e le leghe di metallo; stanno per arrivare anche prodotti più naturali come plastiche a base di oli vegetali di mais che, però, hanno costi di produzione maggiori. Il materiale del momento è, tuttavia, un polimero super flessibile e ultra resistente venduto con i più svariati nomi nella grande distribuzione a circa 24 euro.

Non per ultimo il fattore moda. Da protesi quali erano, gli occhiali sono divenuti negli ultimi anni accessori da abbinare ai vestiti. Al punto che le ragazzine pur di indossarli li acquistano con lenti neutre. A questa legge non sfugge il premontato da vista per signore. Nemmeno lo stereotipo dell’occhiale tenuto basso sul naso è più attuale: le forme alla moda sono, infatti, quelle ampie, wayfarer.

febbraio 2015

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