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Macchinine radiocomandate? Sì grazie!

Car_racing.jpgColpa della larga diffusione di joystick e telecomandi? Piuttosto “colpa” della tanta passione per le auto da corsa e per il “modellismo dinamico” più in generale, che le riproduce veloci e scattanti, surclassando negli ultimi tempi il modellismo “statico”. Fatto sta che oggi è quasi d’obbligo avere in mano un radiocomando e qualcosa che si guidi da lontano e vada, possibilmente, pure forte: una macchinina di formula Uno in scala, anzitutto, un fuoristrada “monster” che s’impenna, o un drone che vola di precisione e ha mandato in soffitta l’elicotterino un tempo tanto amato.

Non c’è bisogno tuttavia di essere dei professionisti dell’Amsci, l’associazione degli automodellisti che si sfidano sui circuiti, sport affascinante ma costoso, 2.000 euro per avere un veicolo a scoppio o elettrico in scala 1/8 o 1/5 in grado di sfrecciare a 120 km orari (accelerazione da 0 a 100 metri in due secondi!), più i ricambi e tanta attrezzatura che costa quella cifra se non di più. I brividi si possono provare anche con le versioni semi-professionali, complete di batteria al litio (una ventina di minuti di durata) e di carica batteria. E che costano molto meno, sotto i 100 euro: parliamo di modellini in scala da 1/10 a 1/18 capaci di correre comunque a 50 Km orari sui piazzali dei parcheggi, con un raggio di azione tra i 60 e i 70 metri.

Da qualche anno si avvalgono di motori elettrici performanti, chiamati tecnicamente “brushless” (senza spazzole), che non necessitano di contatti striscianti e di una pista. È aumentato così il divertimento e di conseguenza la platea formata da grandi e piccini.

Giocattoli a motore
È ancora più accessibile il modellismo dinamico quando si sposa con il “mondo giocattolo” (ma qui vanno forte anche le riproduzioni con licenza di auto reali). Con meno di 50 euro ci si mettono in casa una Ferrari o una Lamborghini in miniatura, le cui prestazioni scendono però sui 15-20 km all’ora, raggio di azione sui 20 metri. Per un bimbo col radiocomando in mano basta e avanza, danni può farne lo stesso tra grambe di mobili e porcellane…

Dopo aver detto che qualche appassionato di giochi di guerra ama collezionare fedeli riproduzioni di carri armati con cingoli e fumo dietro, e che il modellismo navale è andato fuori-moda, non così è per l’aeromodellismo, rilanciato dal grande successo dei droni.

Lo spartiacque in questo caso è dato dal gps che consente un controllo preciso a distanza. Per avere un tri o quadricottero col gps occorre mettere in preventivo dai 100 euro in su. I droni semi-professionali, invece, si trovano sotto i 200 euro, mentre per chi si accontenta di un “giocattolino” bastano poche decine di euro. Il rischio, però, se la qualità è bassa, è che dopo qualche volo gli entusiasmi si trasformino in lacrime davanti al piccolo “drone” a terra, ridotto in frantumi.

 

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