Un tassello importante per combattere gli sprechi alimentari in casa nostra è quello di prestare attenzione, e di farlo in modo corretto, alle date di scadenza dei prodotti. Nei mesi scorsi destò scalpore la notizia che la Grecia avesse autorizzato la vendita a prezzi scontati di prodotti alimentari non deperibili, anche dopo il termine minimo di conservazione indicato sull’etichetta. Molti, leggendo questa notizia, avevano confuso quel che è il termine minimo di conservazione (Tmc) che non è un limite invalicabile con la scadenza vera e propria. Il Tmc a differenza di quel che pensano in molti non è una data di scadenza ed i prodotti sono commestibili e sicuri anche dopo la data riportata sull’etichetta, quello che accade è un progressivo peggioramento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali.
Parliamo di prodotti quali confetture, oli, sottoli e sottaceti, ma anche pasta, riso, conserve di pomodoro, caffè e biscotti. Su questi prodotti che normalmente hanno un tempo minimo di conservazione che va dai 3 ai 24 mesi, la vita del prodotto viene stabilito dalla singola azienda produttrice, sulla base del proprio processo produttivo, confezionamento, qualità delle materie prime ecc.. La data per questi alimenti ha un valore solamente orientativo e il consumo posticipato di qualche settimana o qualche mese a seconda del prodotto non determina problemi per la salute. Questo vale ovviamente per i prodotti cosiddetti industriali, con alle spalle un processo produttivo standardizzato e controllato.
Maggior attenzione invece alla data di scadenza, presente nei prodotti freschi da conservare in frigorifero come latte, formaggi freschi, insalata in busta, pasta fresca, questa invece va di norma assolutamente rispettata. Anche se uno yogurt o le uova possono essere consumati qualche giorno dopo la scadenza, purché sia stata rispettata la catena del freddo.
Esistono poi prodotti che non riportano alcuna indicazione quali ad esempio il sale, lo zucchero, i liquori, l’aceto. Prodotti che hanno come unica avvertenza generale quella di tenerli in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.
Tutto questo aiuta a ridurre gli sprechi e ad evitare che alimenti ancora consumabili finiscano nel pattume.