Interagire con la caldaia. Dialogare con la pompa di calore. Regolare l’accensione delle lampadine dall’ufficio, grazie alla speciale presa elettrica acquistata, per pochi euro, su internet. Il 39% degli italiani mettono al primo posto soluzioni digitali “verdi” di questo tipo, orientate al risparmio energetico, tra le varie “diavolerie” che intendono acquistare nei prossimi tre anni (dato 2022, +20% rispetto al 2021) e che rendono una casa intelligente (“smart home”, mentre con “domotica ” s’intendono anche i sistemi cablati). Sono soluzioni – gestite principalmente da app o comandi vocali – che consentono, ad esempio, d’impostare il momento migliore per avviare un elettrodomestico a seconda del costo dell’energia, o di gestire da remoto ecosistemi interconnessi, a dispetto della poca semplicità d’uso e d’integrazione fra sistemi che molti lamentano.
Sensori, centraline e reti wi-fi, però, potrebbero ridurre sensibilmente i consumi energetici annuali, del 23% per il riscaldamento e del 20% per la componente elettrica. Un risparmio niente male, che vale circa 330 euro l’anno per un bilocale di 70 mq, e fino a 460 euro per un trilocale di 110 mq. A dirlo è la ricerca sulla smart home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
«A oggi il grado d’integrazione tra smart home e tema energy non è così elevato – precisa Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio – ma ci sono ampi margini di crescita, come suggerisce la ricerca». Sono proprio le soluzioni più vicine al risparmio energetico, infatti – caldaie, termostati, valvole termostatiche e condizionatori – a trainare le vendite nel 2022, che crescono a due cifre (+18%), toccando quota 770 milioni di euro. Siamo primi in Europa per tasso di crescita, anche se con una media di spesa pro-capite annua di appena 13 euro.
L’area “green” da sola fa un balzo in avanti del 41% favorita da incentivi quali Superbonus ed Ecobonus, davanti a sistemi di sicurezza ed elettrodomestici smart. Tra questi ultimi avanza il “pay-per-use”, una modalità già diffusa in Europa: lavatrici con abbonamenti mensili a un canone variabile a seconda dei lavaggi, o la stampante che si paga in base alle copie che fa. La smart home aiuta anche a una maggiore consapevolezza sui consumi. «Da quando ho installato a casa mia questi dispositivi – chiosa Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio – mi sono accorto di essere più attento ai miei stessi comportamenti». Con lo smartphone in mano, e prodotti di ultima generazione, anche la bolletta è più leggera.
Ecco le principali applicazioni IoT (Internet of Things) per la casa
– Climatizzazione/riscaldamento: condizionatore, termostato e caldaia regolabili a distanza
– Gestione elettrodomestici: on/off da remoto con lo smartphone o con la voce
– Gestione tapparelle e/o tende: chiusura automatica tramite app
– Illuminazione: spegnimento di tutte le luci di casa prima di coricarsi tramite smartphone o voce; regolazione del colore o dell’intensità luminosa
– Monitoraggio consumi energetici: da remoto grazie alla presa elettrica smart
– Monitoraggio fumi, allagamenti, incendi, cortocircuiti: rilevazione guasti all’impianto elettrico tramite sensori
– Salubrità della casa: dispositivi che purificano l’aria, sensori di temperatura e umidità, centraline meteo che forniscono dati tramite rete wi-fi
– Sicurezza: impianto di videosorveglianza e videocitofoni con possibilità di accedere alle immagini a distanza e/o da smart tv, impianto antintrusione e serrature intelligenti che chiamano in caso di allarme
– Smart speaker: dispositivi comandabili con la voce per ricevere informazioni su meteo, traffico, eccetera, e impartire comandi in casa
– Gestione scenari: oggetti diversi connessi e coordinati tra loro, con possibilità di creare scenari preimpostati
– Assistenza alla persona: avvisi per cadute di anziani in casa e assistenza a disabili tramite app