Se l’autunno vi ha convinti a ritirare i panni in casa, l’asciugatrice è l’elettrodomestico che vi serve. A meno che non abbiate un vano lavanderia o vi accontentiate di stendere in bagno, soluzioni certo più economiche ed ecologiche, ma anti-estetiche, meno veloci e non sempre efficaci per via dell’umidità; con la probabilità, inoltre, di generare muffe e spore sui muri.
In alternativa all’asciugabiancheria (capacità di carico da 7 a 10 Kg, leggera e posizionabile a colonna sulla lavatrice) c’è anche la lavasciuga, interessante per chi non ha una famiglia numerosa o è alla ricerca di soluzioni salvaspazio. La cabina di lavaggio, infatti, qui si riduce per far posto a quella di essicazione. In ogni caso il risultato saranno sempre tessuti morbidi e vaporosi, grazie alla capacità di questi apparecchi di eliminare il calcare dell’acqua e, con l’aiuto di palline da aggiungere nel cestello – che distanziano e profumano i tessuti – di evitare le troppe stropicciature. Per chi vuole stirare, il momento migliore è all’uscita, quando i capi conservano ancora un minimo di umidità.
Le asciugatrici sono richiestissime (+23,3% la crescita a volume nei primi sei mesi dell’anno, dati Gfk) e, rispetto a qualche anno fa, hanno fortemente ridotto il problema dei consumi. Il segreto sono i motori a pompa di calore, come quelli dei climatizzatori, che hanno elevato i livelli di efficientamento energetico di queste macchine. Ora sono tutte di classe A con una o più stelle e, a volte, anche un -20% o -30%, cioè un ulteriore “taglio energetico” evidenziato in etichetta.
Il rendimento ottimale per le asciugatrici a pompa di calore è dentro casa, mentre su un terrazzo, ad esempio, “si difendono” ancora bene quelle a condensazione, più economiche, che funzionano grazie a una resistenza elettrica che crea il calore e una ventola che lo diffonde in modo omogeneo. Alla fine del ciclo (che dura circa un’ora e mezza), l’acqua viene condensata in una vaschetta che è periodicamente da svuotare. Nelle asciugatrici a espulsione, invece, l’umidità estratta dal bucato viene eliminata sotto forma di vapore. Un tecnico dovrà, però, intervenire per collegare l’apparecchio, con uno speciale tubo flessibile, a una presa a vetro o a un foro di scarico. Una terza tipologia è infine costituita dalle asciugatrici con un compressore azionato a gas, le quali si riscaldano più in fretta ma hanno bisogno di un allacciamento separato.
Un elemento non secondario a cui prestare attenzione è la capacità. Dovrebbe essere circa doppia, in un’asciugatrice, rispetto alla macchina a cui è abbinata, per cui se la lavatrice tiene 100 litri, l’asciugatrice in cui travasare il bucato dovrà essere di circa 200 litri. Il 56,6% delle vendite, riferendoci al peso del bucato, si concentra nei modelli da 8 Kg.
Le temperature di asciugatura vanno scelte in base alle caratteristiche del tessuto e alle esigenze di stiratura. Molti apparecchi hanno il ciclo antipiega o programmi specifici anti-infeltrimento per la lana. Il futuro, come si è visto in settembre alla fiera dell’elettronica di Berlino (Ifa), è “smart” per tutto il mondo del lavaggio, tra autodiagnosi, autoprogrammazione e ordinazioni in automatico delle ricariche di detersivo e ammorbidente fatte online.
Mano al portafoglio
Asciugatrice non di marca a partire da 300 euro
Asciugatrice di marca fra 400 e 500 euro
Asciugatrice di alta gamma fra 500 e 600 euro
I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato