Abbiamo intervistato il direttore il direttore generale Tutela del Consumatore dell’Agcm, Giovanni Calabrò, sul tema della pandemia che ha aggravato i rischi connessi allo shopping online.
Direttore, ci sono confini, e se sì quali, tra l’attività svolta dall’Agcm e il ruolo delle associazioni di consumatori? L’Agcm è un’autorità amministrativa indipendente dotata di poteri esecutivi, inibitori, sanzionatori e investigativi che derivano da un’apposita legislazione nazionale a tutela dei consumatori. Svolge, quindi, un’attività di “public enforcement” (autorità pubblica, ndr) collettiva e può sviluppare sinergie tra tutela della concorrenza e dei consumatori: due facce della stessa medaglia, con il comune obiettivo di favorire il corretto funzionamento dei mercati. Le associazioni di consumatori sono organismi privati che non hanno poteri sanzionatori ed esecutivi ma svolgono un’attività di assistenza, partecipazione ai processi di conciliazione e mediazione tra consumatori e imprese per la soluzione di controversie, nonché di informazione.
Veniamo al Covid-19. Quali sono stati gli interventi principali dell’authority legati alla salute e alla vita dei cittadini? Durante l’emergenza per la pandemia l’Agcm ha adottato molti provvedimenti per bloccare pratiche commerciali ingannevoli e aggressive da parte di imprese scorrette. Fin dai primi mesi del 2020 sono stati decisi provvedimenti cautelari d’urgenza per oscurare siti web illegittimi (come quelli che vendevano farmaci spacciati per anti-Covid), “moral suasion” (persuasione morale, ndr), provvedimenti inibitori e sanzionatori. Abbiamo agito anche nel settore dei trasporti, soprattutto verso le compagnie aeree per spingerle a riconoscere il diritto dei consumatori al rimborso per i voli cancellati a seguito dell’emergenza sanitaria, lasciando la libertà di scegliere tra questa soluzione e il voucher. Nel settore finanziario gli interventi hanno portato numerose banche a chiarire i costi in termini di interessi della sospensione straordinaria delle rate dei finanziamenti disposta dai decreti governativi e a fornire chiarimenti su procedure e tempistiche per ottenere queste sospensioni. Proprio per questa intensa attività, la Commissione Ue ha segnalato l’Agcm come modello di “best practice” (pratiche di eccellenza, ndr) anche per le altre autorità europee.
Alla luce dei cambiamenti portati dalla pandemia, i consumatori nel 2021 a che cosa dovranno stare più attenti? La pandemia ha spinto a privilegiare l’e-commerce per acquistare prodotti e servizi in modo più rapido e senza limitazioni per chiusure e orari. Allo stesso tempo i social media e le piattaforme online hanno assunto un ruolo ancora più centrale nelle attività quotidiane dei cittadini. Il web offre grandi opportunità, ma anche trappole e insidie da parte di operatori commerciali e imprese scorrette. Posso citare casi di informazioni poco trasparenti, omissive, ingannevoli, di preselezione di servizi accessori, di sfruttamento abusivo e incontrollato di dati personali da parte di social media e piattaforme web, anche a favore di soggetti terzi sconosciuti ai consumatori. Anche nel 2021 per le istituzioni pubbliche la sfida sarà quella di porre l’attenzione sui modelli di business del web e sulle esigenze di tutela dei consumatori digitali.
Come si sta muovendo l’Europa sul fronte della tutela dei diritti dei consumatori? La Commissione Ue di recente ha adottato un pacchetto di modernizzazione del diritto comunitario nel settore della tutela dei consumatori che prevede anche poteri minimi più qualificati ed efficienti a favore delle Autorità competenti per la repressione delle infrazioni “transfrontaliere”, che coinvolgono più paesi dell’Unione. Il legislatore italiano si trova perciò di fronte all’esigenza di assicurare tale maggiore efficienza di intervento e di modernizzazione degli strumenti esecutivi, con la possibilità di estendere misure e poteri sanzionatori anche ad infrazioni in ambito nazionale. Inoltre, una recente proposta della Commissione ha riguardato le piattaforme online e le “speciali responsabilità” che le caratterizzano per i relativi modelli di business e per i contenuti che ospitano.