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La voglia di vacanza che resiste (e cambia) tra internet e low cost

Famiglia_viaggio.jpgQuanti italiani andranno in vacanza nel 2014? Bella domanda, che molte famiglie si stanno probabilmente ponendo in queste settimane che precedono l’estate. Una domanda non tanto perché si sia curiosi di sapere cosa faranno gli altri, ma più che altro rivolta a sé stessi, per capire se nel budget familiare si riesce a ricavare una fetta più o meno consistente di risorse per passare almeno qualche giorno lontani da pensieri e preoccupazioni, stesi sotto un ombrellone o a passeggiare tra i boschi.
Per il turismo degli italiani sono anni difficili. Nel primo semestre 2013, (i dati più aggiornati arrivano lì) il calo sull’anno precedente è stato del 12,2%. Una bella botta che si infila dietro a una serie di cifre altalenanti, strettamente legate alla crisi economica e alla percezione dello stato di salute del paese.  

La crisi e le vacanze
Basti pensare che nel 2011 sono andati in vacanza 26 milioni e 944 mila italiani, con un calo del 16% sul 2010. Nel 2012, pensando che le cose fossero in via di miglioramento, il numero di vacanzieri è risalto a 31 milioni e 688 mila (più 17,6% sul 2011). Poi nel 2013 nuovo calo nell’ordine di un 12,2% in meno con un numero di vacanzieri su base annua stimabile sui 28 milioni. Secondo alcune proiezioni nel 2014  ci dovrebbe essere una tenuta del mercato, senza ulteriori segni meno.
Secondo una indagine campionaria fatta da Eurisko, se nel 2007 la percentuale di italiani che sono andati in vacanza era pari al 48,8% sul totale della popolazione sopra i 14 anni, nel 2013 questa percentuale era scesa al 44,9%. Il trend negativo è chiaro anche perché l’altra tendenza evidente è che le vacanze si accorciano progressivamente nella loro durata (siamo a 5 giorni medi per quelle in Italia e a 7 giorni per quelle all’estero).  
Resta però il fatto che le vacanze, nonostante i duri colpi della crisi ed anche se ridotte e accorciate, vengono difese il più possibile come parte fondamentale di una qualità della vita conquistata ed a cui non si vuol rinunciare. Anzi, sempre più la vacanza è abbinata a una idea di benessere e del prendersi cura di sé stessi. Del resto (dati Eurisko) il 60% dei vacanzieri italiani, senza cali tra 2007 e 2013, non intende rinunciare alla qualità di ciò che acquista.

Viaggiare con la rete
Se la fotografia che abbiamo descritto sin qui è prevalentemente condizionata dalla crisi economica, c’è da dire che nel rapporto tra noi e le vacanze sono intervenute tante altre novità che, negli anni recenti, stanno modificando radicalmente l’approccio a questo tema. Queste novità si chiamano Internet, si chiamano compagnie aeree low cost, si chiamano social network, si chiamano Olta (cioè On line travel agencies). Al di là delle sigle basta evocare qualche nome per capire di chi stiamo parlando, da Ryan Air per i soli voli a Booking.com, Expedia e altri nelle prenotazioni di viaggi e alberghi. Nel 2013, secondo Unioncamere, il 32,6% delle vacanze è stato prenotato via internet. La rete, con la sua immediatezza, con la possibilità di semplificare i passaggi e di promettere convenienza (anche se non sempre è così), è diventata uno strumento fondamentale per diventare vacanzieri, o anche solo per raccogliere informazioni prima di fare le proprie scelte.
Del resto la rete, condiziona comunque le nostre opinioni. Un sito come Trip Advisor, che raccoglie le recensioni degli utenti su ristoranti e alberghi, ha 40 milioni di accessi mensili; ma basta pensare anche solo ai Blog specializzati o alle foto ed ai racconti della vacanza postati su Facebook (magari in diretta) da un qualche amico. Come spiega il docente dello Iulm, Gianluigi Degoli, viviamo in una realtà in cui spesso “sono le informazioni a cercare noi e non più il contrario”.
Una indagine Doxa ha stimato che il 62% dei turisti usa comunque Internet per informarsi e scegliere la propria vacanza.

Io prenoto in agenzia
“La rivoluzione è in atto, anzi in larga parte c’è già stata – spiega Marco Ricchetti, presidente di Robintur, società di cui sono proprietarie Coop Adriatica e Coop Estense e che opera nel campo del turismo attraverso una rete di 90 agenzie di proprietà, con un fatturato superiore ai 160 milioni di euro – Il fenomeno del Web e delle compagnie low cost ha modificato il mercato, in parte riuscendo ad avvicinare al turismo persone nuove e diverse. Ma tutto questo non ha certo cancellato il ruolo delle agenzie che, oltre al servizio, anche sul piano della convenienza sono ben attrrezzate a reggere la sfida. Per altro, prenotare un solo volo aereo può essere semplice, ma incastrare voli tra compagnie diverse o prenotare alberghi in più città presenta, magari se non si sa l’inglese, problemi che possono rivelarsi ostici. Comunque con queste novità dobbiamo convivere, dobbiamo trasformarli in una opportunità anche per noi. Ad esempio le compagnie low cost hanno fatto saltare l’idea che volare fosse una cosa da ricchi, avvicinando persone nuove al viaggio”.
Ricchetti, oltre all’esperienza diretta derivante dall’attività di Robintur, cita una indagine Eurisko secondo la quale la quota di chi si rivolge alle agenzie viaggio ed ai tour operator, dal 2007 al 2013, cioè negli anni più duri della crisi, è calata appena di un 1% sul totale della popolazione, passando da 4,8 milioni di persone a 4,5 milioni.
“Quel che vediamo direttamente nelle nostre agenzie è che, da ormai una decina d’anni stanno calando le vendite di pacchetti turistici tutto compreso, mentre aumenta la richiesta di viaggi personalizzati. Nei viaggi costruiti su misura, che ormai valgono il 35-40% del totale, siamo tornati ai volumi pre-crisi. Mentre sui pacchetti organizzati c’è ancora il segno meno. E qui sta il motivo della crisi di molti dei grandi tour operator che sono legati a un catalogo predefinito”.
Dunque, anche se magari si sono già informati sulla rete, davvero in tanti vanno in agenzia. In cerca di servizi in più, soprattutto se il viaggio è articolato e su più tappe. Non a caso negli Stati Uniti, dove l’impatto di Internet è arrivato ben prima che da noi, il 2013 ha segnato una crescita dei viaggi venduti in agenzia, dove evidentemente il cliente va a cercare una consulenza personalizzata (che dunque occorre avere la professionalità di saper offrire).

A caccia di offerte
“Noi – prosegue Ricchetti – nei primi mesi del 2014 abbiamo dati molto positivi rispeto all’anno precedente, anche se è il vero termometro della situazione lo si avrà con l’andamento del mercato estivo che parte in queste settimane. Sicuramente la crisi, assieme ai cambiamenti di cui abbiamo parlato, spinge le persone e le famiglie a essere più attente alle offerte. Noi stiamo sperimentando con grande successo sconti che il consumatore può utilizzare sulla vacanza che sceglie lui. Abbiamo fatto una promozione di questo tipo sulle crociere MSc e abbiamo fatto partire oltre 3.600 persone, con un successo davvero impressionante rispetto al 2012”.
Dunque tanti cambiamenti in atto. Senza dimenticare che, ovviamente, nelle pieghe della crisi, ci sono fasce di popolazione che hanno ancora reddito da spendere. Solo così si può spiegare il fatto che nel 2013, dentro a un trend di forte calo del numero di italiani in vacanza, il numero di vacanze è cresciuto (+1,2%) e, soprattutto, è cresciuta di ben il 14,6% la quota di chi ha fatto viaggi all’estero e rappresenta il 27% circa del totale delle vacanze.
Ultima cifra per chiudere, il costo medio di una vacanza in Italia, nel 2013, è stato di 450 euro, quello di una vacanza all’estero 1.050 euro. Totale della spesa su base annua circa 48 miliardi di euro.

maggio 2014

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