Sono lontani i tempi della canzone di Lucio Battisti, quando “il carretto passava e quell’uomo gridava ‘gelati!’”. Oggi sull’ice cream, un alimento che più italiano non si può (risale alla Firenze rinascimentale di Caterina de’ Medici), si danno aspra battaglia laboratori artigianali e catene di natura industriale, che aprono là dove altri negozi chiudono.
Per soddisfare consumatori sempre più attenti ed esigenti, sono tutti proiettati a fornire “mantecati freschi artigianali” privi di additivi, e allo scopo riducono o sostituiscono la quantità di addensanti e provano a dare un taglio agli emulsionanti che conferiscono la morbidezza e l’aspetto vellutato al gelato. L’offerta si arricchisce di gelati biologici, per vegani o per chi soffre di intolleranze ai latticini, in un tripudio di gusti che a volte lascia disorientati.
E se il gelato ce lo facessimo in casa, con gli ingredienti che vogliamo? Alcuni fanno proprio così e molti, a giudicare dall’incremento del consumo domestico (+8,5%, vedi box) mettono comunque al primo posto la vaschetta. Il passo decisivo da compiere, se si opta per il “fai da te”, è l’acquisto di una gelatiera, un acquisto che si concentra nei mesi estivi e che soggiace a una serie di domande. Vediamo di trovare le risposte ai vari interrogativi per capire quale fa al caso nostro.
Il problema dello spazio-tempo Di questo piccolo elettrodomestico, la gelatiera, esistono due grandi famiglie sul mercato: le autorefrigeranti (automatiche), che sono dei piccoli freezer con tanto di compressore che sfrutta il ciclo frigorifero (sottrazione di calore all’ambiente), e le gelatiere che invece richiedono il pre-raffreddamento del cestello (semiautomatiche), perché un compressore non ce l’hanno. Entrambe sono elettriche, dotate di pale rotanti, ma con molte differenze.
Se il fattore temporale per noi è di grande importanza – gli italiani, come rivela una recente indagine Doxa, sono più sbrigativi in cucina di inglesi, tedeschi e francesi – è il caso di prendere in esame una gelatiera autorefrigerante, con cui otterremo un gelato artigianale in un’ora o anche meno. Un prodotto “fatto in casa” per tutta la famiglia (fino a un chilo alla volta) morbido e cremoso, non molto dissimile da quelli di una comune gelateria.
Con una gelatiera con pre-raffreddamento, invece, altrimenti detta ad accumulo, dovremo attivarci un giorno prima mettendo il cestello nel freezer. Al termine di una lavorazione più lunga il gelato risulterà sempre buono ma con qualche “slurp” in meno dovuto al fatto che la mantecazione (cioè l’amalgama degli ingredienti in modo da ottenere un composto cremoso) patisce il calo progressivo di temperatura del cestello, una volta che l’avremo estratto dal freezer e inserito nella macchina.
Se la gelatiera autorefrigerante ci pare più adatta a noi, sarà meglio fare i conti però con il suo peso (superiore ai 10 chili) e con l’ingombro che sono di gran lunga maggiori della sua contendente. Ciò significa che ci servirà un posto dove collocarla stabilmente e questo non può essere uno scaffale del pensile. Anche il prezzo depone decisamente a favore della gelatiera con accumulo, che oltre ad essere più facile da spostare e da riporre costa all’incirca dieci volte meno di una automatica, che in sostanza è una macchina semiprofessionale.
Cestello e potenza del motore Avere a disposizione un solo cestello significa aspettare l’indomani prima di rifare il gelato (nel caso della gelatiera ad accumulo, visto che la vaschetta va rimessa nel congelatore dopo l’uso) o non potere avere i due gusti (nel caso delle autorefrigeranti). Queste ultime, tuttavia, nei modelli di fascia alta risolvono il problema con un doppio cestello, uno fisso e uno removibile in cui preparare una seconda dose di gelato o un secondo gusto in abbinata.
Tra i principali elementi di valutazione poi c’è il motore. Non importa tanto la sua velocità (vedi box) quanto la sua potenza. I watt infatti incidono sulla “alchimia” del gelato, poiché le pale quando il composto avrà raggiunto una elevata consistenza dovranno vincerne la resistenza, senza rallentare né surriscaldarsi.
L’acquisto di una gelatiera, in definitiva, è un atto che va ben ponderato per non pentirsene o abbandonarla presto. E se dovesse mancare il “coraggio dell’acquisto”, si può sempre cominciare con una macchina più semplice che in pochi secondi, inserendo dall’alto il ghiaccio a cubetti e lo sciroppo, prepara una fresca granita o con una che, mettendo la frutta congelata e tagliata a piccoli pezzi, realizza un sorbetto oggi tanto di moda.
Mano al portafoglio
Gelatiera con pre-raffreddamento: da 50 a 70 € circa
Gelatiera autorefrigerante: da 250 a 330 € circa
Gelatiera autorefrigerante a due cestelli: intorno a 350 €
Macchine per sorbetti e granite: tra i 40 e i 50 €
I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato