E pensare che spesso nelle chiacchiere quotidiane lo chiamiamo ancora “ il telefono cellulare” o ancor meglio ”il telefonino” con un diminutivo che è inversamente proporzionale alle sempre più numerose possibilità e usi a cui si presta. Come se quell’aggeggio che ci accompagna e che maneggiamo ormai in ogni momento della giornata fosse “solo” un telefono. Spiace ma non è più così e lo sappiamo tutti. Non a caso Michele Serra, in un suo romanzo, lo chiamava “egofono”. Parola inventata ma che ben spiega come, attraverso quest’oggetto, passi una buona quota del racconto della personalità e della considerazione sociale di ognuno di noi.
Sempre sul filo dell’ironia, in una vecchia vignetta, Altan ci ammoniva: «È record, ogni telefonino possiede un italiano». Fulminante fotografia di un ribaltamento del rapporto per cui non è il cellulare al nostro servizio, ma noi al suo. Ognuno deciderà, per sé e per chi conosce, in che misura questa provocazione risponda al vero.
Paradossi, battute: fatto sta che il mondo della telefonia mobile continua a evolversi con una velocità impressionante e a essere sempre più protagonista delle nostre vite. Pensiamo ai sempre più debordanti social (da Facebook a Instagram, da Whatsapp a Twitter) che possiamo consultare di continuo senza più bisogno di oggetti “arcaici” e pesanti come un computer.
Parliamo di un mercato già da qualche anno sostanzialmente saturo, visto che il numero di SIM (cioè di linee mobili attive) supera di gran lunga il numero di abitanti. Ciò non toglie che le SIM continuano a crescere: nel 2018 sono aumentate di 3,5 milioni, arrivando al numero complessivo di 103,6 milioni di linee mobili rispetto a circa 60 milioni di abitanti che fa 1,7 Sim a testa (se togliamo i neonati e i bambini più piccoli si arriva tranquillamente a 2 Sim a testa).
Da dove viene questa crescita? Certo, da un lato, l’età cui arriva il primo telefonino si è progressivamente abbassata (nonostante rischi e problemi segnalati da medici e psicologi) così come, all’altra estremità del ciclo di vita, sempre più anziani, grazie ad apparecchi pensati per le loro esigenze, si trovano un cellulare in tasca.
Ma ad attirare nuovi clienti e far crescere le SIM è soprattutto l’evoluzione tecnologica e la capacità, in un mercato fortemente concorrenziale, di offrire servizi e prestazioni sempre più potenti e veloci. Del resto, l’altro cambio fondamentale che si è affermato nel corso degli ultimi anni, è che sostanzialmente le tariffe non si misurano più sulla base di quante telefonate o quanti Sms uno può mandare o fare, ma solo sulla base del volume di dati che posso trasmettere o scaricare. Dunque si ragiona in giga (dove giga sta per gigabyte che è un’unità di misura che equivale a mille megabyte che a loro volta equivalgono a mille Kilobyte), parola entrata stabilmente nel vocabolario di ogni giorno. Di quanti giga ho bisogno per “vivere”? E così ognuno cerchi la sua taglia d’abito, che può andare da pochi giga sino a 20 o anche 30, se si è consumatori “obesi” che guardano filmati o la Tv dal cellulare, oppure si è appassionati di videogiochi o altro ancora. A dicembre 2018 il traffico dati medio mensile per utente ha raggiunto i 4,2 giga, con un aumento del 55,6% sul dicembre 2017!
Ma torniamo alle nostre utenze da telefonia mobile. L’ultimo report dell’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni) spiega, infatti, che nel corso del 2018 sono cresciute di 4,8 milioni di unità le cosiddette Sim di tipo M2M (cioè, detta in inglese, quelle machine to machine) e sono calate di 1,3 milioni le SIM dette human. Sigle che la gran parte degli utenti probabilmente ignora al momento dell’acquisto ma che sono fondamentali per capire l’evoluzione del settore.
Le Sim human sono quelle in grado di fornire servizi solo “voce” o “voce e dati”, cioè quelli più semplici e tradizionali (tra cui possono comunque stare molte cose tra cui la navigazione internet). Con le Sim M2M si aprono invece possibilità ulteriori che consentono di mettere in collegamento apparecchiature diverse. Qualche esempio? Volete accendere il condizionatore prima di arrivare a casa e volete farlo del vostro telefono? Dovete avere una Sim di tipo M2M. Avete un sistema antifurto che vi segnala le eventuali intrusioni? Anche questo è possibile con le nuove Sim.
Guardando ancor più in dettaglio i dati Agcom, le schede Human, che erano 89,9 milioni a fine 2014 ora sono scese a quota 83,4 milioni, mentre le Sim più evolute che erano 7,6 milioni, sempre a dicembre 2014, ora sono a quota 21 milioni (cioè quasi triplicate).
Dunque, un numero di possibilità e di funzioni che passano tutte dal nostro smartphone che sta crescendo esponenzialmente. E i cui confini futuri ancora nessuno può disegnare con certezza.
Parliamo di un mondo che va veloce e nel quale il consumatore si muove bombardato da tantissima pubblicità, da continue promozioni, ma alle quali guarda anche con tanta diffidenza.
Questo perché la feroce concorrenza tra i competitori sul mercato è stata accompagnata da comportamenti spesso non proprio correttissimi. In Italia le quote più grandi di mercato le hanno tre operatori come Tim, Vodafone e Wind-Tre. A loro si è aggiunto nel corso del 2018 il primo operatore low cost come Iliad. Poi ci sono alcuni operatori, cosiddetti virtuali (perché utilizzano una rete non di loro proprietà) tra cui CoopVoce.
Questo cocktail di presenze e la guerra per accaparrarsi i clienti ha portato a far sì che spesso l’offerta cui si aderiva potesse poi riservare sorprese sgradite e non ben spiegate dall’inizio. Oppure il fatto che la stessa offerta venisse, dopo un po’ di tempo, rimodulata dal gestore, mettendo l’utente di fronte al fatto compiuto. Il caso più celebre è la scelta della fatturazione che da mensile è diventata a sole 4 settimane (e il problema è stato superato solo dopo una lunga battaglia tra autorità di controllo e gestori). Poi ci sono i servizi non richiesti che spesso spuntano in bolletta. O anche solo la difficoltà a parlare e avere spiegazioni da call center e servizi al cliente che non sono proprio di facile accesso (proprio la trasparenza delle offerte, la correttezza e la gestione dei servizi al cliente rappresenta uno dei punti di forza di CoopVoce).
In questo panorama si annuncia poi una nuova evoluzione che è l’arrivo della rete 5G. Ad oggi in Italia la copertura di rete, tra i due standard esistenti (il 3G e il più performante 4G) è buona e sul livello degli altri paesi europei. Con il 5G, per il quale qualche anticipazione è già al via, ma che decollerà pienmente dopo il 2020, si annuncia l’ennesima rivoluzione, che certo offrirà a tutti performance più potenti e veloci, ma che servirà anche a guardare alle prossime frontiere non si sa quanto lontane, tipo le auto a guida autonoma che avranno bisogno di una copertura di segnale di altissimo livello. Detto tutto ciò, ovviamente ognuno, quando fa un abbonamento con un gestore o acquista uno smartphone, è bene misuri offerte e servizi sulla base delle sue effettive necessità.