Vediamo come si compone il prezzo dell’energia e come ci collochiamo rispetto alla media europea. Secondo i dati dell’Autorità, il 60% degli italiani, quelli che consumano meno elettricità, la pagano anche di meno rispetto agli altri paesi europei. Non così le piccole e medie imprese che non fruendo delle agevolazioni sono sottoposte a un esborso maggiore del 25%.
I dati aggiornati al quarto trimestre 2013 indicano una spesa di 514 euro per l’energia elettrica di una famiglia tipo con consumi pari a 2.700 kWh/anno e potenza di 3 kW, in regime di maggior tutela. Di questa torta una metà circa è data dai costi di produzione (acquisto all’ingrosso e commercializzazione dell’energia), 1/3 dai servizi di rete (trasporto, distribuzione locale, gestione del contatore e oneri di sistema, il principale dei quali è dato dagli incentivi alle rinnovabili con l’aggiunta da quest’anno delle agevolazioni per le imprese energivore); infine poco meno del 15% sono imposte. Qui la voce si biforca in accise, applicate all’energia consumata indipendentemente dal contratto o dal venditore (ridotte per l’abitazione di residenza con consumi fino a 1.800 kWh), e Iva (per i clienti domestici ridotta al 10%) che si spalma sul costo totale della bolletta. Un’ingiustizia per le associazioni che si battono contro la “doppia tassazione”sugli oneri di sistema.
La torta del prezzo del gas è un po’ diversa. Più alta qui è la bolletta: 1.200 euro annue per un utente con consumi di 1.400 metri cubi nel mercato tutelato. Nella ripartizione il rapporto servizi-imposte è invertito e penalizzante per gli italiani la cui imposizione fiscale supera il 35% contro una media europea del 20%.
Circa il 17% è assorbito dai servizi di rete e intorno alla metà, come per la luce, o poco meno va nell’acquisto della materia prima. Uno spazio quest’ultimo che si è ridotto del 10% dal 2009 al 2013, subito riempito dal carico fiscale. Carico composto da una voce in più che è l’addizionale regionale, sebbene essa incida per un 2% sul totale della bolletta. Le accise variano su base regionale: al centro-nord sono più alte che al sud, nelle regioni a statuto speciale assenti. L’Iva, anche qui applicata sulla somma di tutte le voci, per gli usi civili è del 10% per i primi 480 mc di gas, del 22% su tutti gli altri consumi.