La proposta del mese di Slow Food
Il pomodoro di Torre Canne
Regina è il nome di una varietà locale di pomodoro da serbo, coltivata nell'alto Salento tra Fasano e Ostuni, nei terreni salmastri litoranei del Parco delle Dune Costiere, da Torre Canne a Torre San Leonardo fino ad Egnazia. Il nome di questo pomodoro si ispira alle caratteristiche del peduncolo, che crescendo assume la forma di una coroncina. Le bacche sono piccole e tondeggianti. La buccia, piuttosto spessa aumenta la conservabilità.
La coltivazione del pomodoro Regina risale alla metà dell'800, quando sostituì il cotone: fino ad allora al pomodoro si riservava una minima parte dei terreni. Quando l'America e l'Asia diventarono fornitori pressoché esclusivi di cotone, nell'alto Salento il pomodoro conquistò ampi spazi, che tiene tuttora. Ma il cotone non scomparve del tutto, mantenendo una delle sue funzioni: ovvero la produzione di cordicelle per intrecciare le ramasole, i mazzi di pomodori da serbo. È nata così la tradizione di piantare il cotone tra i filari di pomodori.
Il pomodoro Regina si raccoglie a partire dal mese di luglio: una parte viene venduto fresco e una parte viene riposto in cassette dove subisce un appassimento fino all'inizio di settembre, quando il cotone è pronto per la filatura. A questo punto i pomodorini, legati per il peduncolo con il filo di cotone a formare le ramasole, sono appesi alle volte delle masserie e si conservano fino ad aprile dell'anno successivo.
Con l'avvento delle serre, che rendono possibile coltivare pomodori in ogni periodo dell'anno, la coltivazione di questa varietà locale è andata via via calando. Ma il seme originario del pomodoro Regina è stato conservato gelosamente e riprodotto ogni anno dalle famiglie del posto, che hanno continuato a coltivare in modo tradizionale, continuando ad associare i pomodori al cotone. Ora a perpetuare questo tipo di coltivazione abbinata sono il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo e l'Associazione Culturale Presepe Vivente di Pezze di Greco.
I pomodori sono coltivati pressoché in asciutta, secondo le regole dell'agricoltura biologica, e una parte viene intrecciata ancora con il filo di cotone filato in casa. Responsabili del presidio Slow Food sono: Angelo Iaia, angelo.iaia@email.it e Francesco Chialà, chialafranco@libero.it.