Li usano comunemente come sinonimi, ma ad essere precisi il condizionatore d’aria è quello che raffresca e deumidifica nei mesi più caldi, mentre il climatizzatore ha una funzione in più, cioè d’inverno riscalda grazie alla pompa di calore. I climatizzatori, oggi, sono ormai tutti dotati di tecnologia inverter e non più on/off, cioè raggiungono la temperatura voluta e poi la mantengono senza staccare il motore e riducendo così i consumi. Si dividono, tradizionalmente, in fissi (che richiedono opere murarie e occupano circa il 70% del mercato) e portatili (che molti acquistano anche in piena estate e coprono il restante 30%).
Questi ultimi sono forniti di un tubo di plastica flessibile per l’aria che deve uscire dalla casa, o attraverso fori ai vetri, o dalla finestra lasciata un po’ aperta. Il loro pregio è la mobilità (anche una persona anziana può facilmente spostarli da una stanza all’altra); in commercio ne esistono anche con pompa di calore e di classe energetica fino a A+++. Il contro è che avendo il motore incorporato, i portatili sono più rumorosi rispetto ai fissi, che hanno il motore all’esterno e tendenzialmente sono di potenza maggiore.
Anche per i climatizzatori i tempi stanno cambiando in fretta. I prodotti più moderni rientrano a pieno titolo nella domotica e nell’Internet of things, hanno cioè comandi a distanza Wi-fi che sfruttano la connessione a Internet domestica e, oltre ad essere comodi, risultano utili, come la tecnologia inverter, per non sprecare energia.
In sostanza, accensione, spegnimento e regolazione avvengono da remoto, prima di rientrare a casa, con un migliore adattamento, inoltre, ai cambiamenti repentini di temperatura, ad esempio a seguito di un violento temporale o per il passaggio di forti ondate di calore. Interessante è sapere che lo stesso risultato, cioè il controllo da remoto, lo si può avere anche con vecchi climatizzatori o altri tipi di elettrodomestico. Il segreto sta nelle prese intelligenti Wi-fi. Acquistate a un prezzo irrisorio (una ventina di euro), si mettono a muro e vi si collega via cavo un qualsiasi elettrodomestico che viene così convertito in smart. Per controllarlo dall’ufficio, basta scaricare una app sullo smartphone.
Potenza e impatto sull’ambiente Dopo la scelta tra portatili e fissi (che possono avere uno o più split) c’è da stabilire quanti Btu – acronimo di British thermal unit – deve avere il motore. I Btu definiscono la potenza che va commisurata alle dimensioni dell’ambiente da rinfrescare o da riscaldare. Il calcolo si può fare facilmente in casa, con un coefficiente 340 che va moltiplicato per i metri quadri dell’ambiente da condizionare. Le più vendute sono le macchine da 9.000 0 12.000 Btu che lavorano bene nel range tra 25 e 35 metri quadri.
Non per ultimo va considerato l’impatto sull’effetto serra. Com’è noto i gas refrigeranti sono tra i maggiori responsabili del buco dell’ozono e degli effetti climalteranti. Questo vale per i gas più utilizzati, mentre è pari a zero il Potenziale di eliminazione dell’Ozono (Odp) della miscela di gas R410A, di cui è un componente il nuovo R32, cioè il sostituto dell’R410A che dal 2025 nelle nuove installazioni non potrà più essere impiegato. L’R32 vanta anche migliori performance energetiche.
Il bello dei ventilatori Classici intramontabili. Che siano da tavolo, a piantana o a colonna, i ventilatori non ci abbandonano. In grande crescita sono quelli a soffitto che coprono oggi oltre il 50% del mercato. Restando con la base… a terra, i più evoluti hanno pulsanti touch e il telecomando, ma quello che fanno è sempre la stesa cosa, cioè spostare l’aria e in alcuni casi renderla più fresca con spruzzate di acqua nebulizzata. Senza pale e silenziosissimi sono solo alcuni modelli di nicchia, assai costosi, da tavolo. Tutti gli altri sono sempre molto richiesti, in particolare quelli con pale da 40 cm di diametro nelle giornate più afose, quando proprio non si muove foglia.
La selva degli incentivi, solo per macchine a pompa di calore Conto termico e detrazioni fiscali: sono queste le due forme d’incentivo previste per l’acquisto di un climatizzatore a pompa di calore, il solo che può beneficiare delle agevolazioni in quanto consente di rinfrescare durante la stagione estiva e di riscaldare durante l’inverno abbattendo i consumi di combustibili fossili e riducendo di molto quelli elettrici. Il conto termico rientra tra le agevolazioni previste per le fonti rinnovabili; le detrazioni fiscali, invece, pescano nei fondi per le riqualificazioni energetiche. Il primo, il conto termico, si può richiedere solo se si sostituisce, totalmente o parzialmente, l’impianto di riscaldamento invernale esistente con una pompa di calore con Cop>3,9 (il Cop misura le prestazioni invernali) e consente il recupero in rate annuali fino al 65% della spesa sostenuta in misura proporzionale alle performance del nuovo apparecchio.
E veniamo alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie. Il valore complessivo dell’incentivo è pari al 50% delle spese sostenute, con un limite massimo di spesa di 96 mila euro per ciascuna unità immobiliare, e viene erogato in 10 rate annuali di pari importo sotto forma di decurtazione dell’Irpef. Serve fattura con “bonfico parlante”. Un’altra possibilità è il cosiddetto “bonus mobili ed elettrodomestici”, cioè una detrazione “aggiuntiva” nell’ambito di una ristrutturazione edilizia. In altre parole, se acquistiamo un climatizzatore per un immobile ristrutturato possiamo detrarne le spese relative all’acquisto e all’installazione. Si tratta sempre di una decurtazione dell’Irpef pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, in 10 rate annuali, che va ad aggiungersi agli sconti per la ristrutturazione della casa. Le pompe di calore devono essere qui di classe energetica non inferiore alla A+ e, diversamente dagli altri incentivi, l’agevolazi0ne è concessa anche se la macchina serve per il solo raffrescamento.
Infine ci sono le detrazioni fiscali per riqualificazioni energetiche (Ecobonus). La detrazione è concessa a patto che si tratti di una pompa di calore ad alta efficienza e si sostituisca, totalmente o parzialmente, l’impianto di riscaldamento invernale. Il valore complessivo dell’incentivo è pari al 65% delle spese sostenute, con un limite massimo di detrazione ammissibile di 30 mila euro, corrispondente a un limite massimo di spesa di circa 46 mila € per ciascuna unità immobiliare. Anche in questo caso viene erogato in 10 rate annuali di pari importo sotto forma di decurtazione dell’Irpef. È necessario pagare con “bonifico parlante” ed è obbligatorio l’invio della documentazione all’Enea. La detrazione è fruibile indirettamente anche dagli incapienti, cioè i contribuenti che rientrano nella “no tax area”.
Occhio al… libretto unico impianti termici Il libretto unico impianti termini, introdotto nell’ottobre 2014, prevede controlli di efficienza energetica anche sui nuovi condizionatori e climatizzatori. La tempistica per il rilascio del bollino blu o verde può variare da 2 a 4 anni a seconda delle delibere delle singole Regioni, mentre le verifiche sulla sicurezza sono in capo all’installatore responsabile dell’impianto. La normativa, oltre ad essere valida per gli impianti invernali (generatori di fiamma) di potenza uguale o maggiore di 10 kw, si applica a quelli invernali/estivi di potenza uguale o maggiore di 12 kw. Altro discorso riguarda la manutenzione, sempre consigliata prima della rimessa in funzione.
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Mano al portafoglio
Monoblocco portatili da 200 a 1.100 € circa (da 500 con pompa di calore)
Split portatili da 600 a 1.200 euro
Split fissi da 200 a 1.500 € circa
Multi-split da 600 a 1.800 euro (con tre unità si parte da 1.500 euro)
Ventilatori da 15 a 150 €