Il tema delle bioplastiche e del riciclo fatica a sfondare nel settore del giocattolo, che rimane «il regno dell’indifferenziata». Lo ammettono a denti stretti gli addetti ai lavori, consapevoli di maneggiare plastiche difficili da riciclare, tutte diverse, colorate e prestampate, il contrario delle bottigliette di pet che ritornano facilmente in circolo. Qualcosa di più sostenibile comincia ad affacciarsi nei negozi, per esempio peluche e mattoncini in bioplastica: «Un trend su cui ci stiamo orientando» rispondono le grandi case produttrici.
Ma è sul versante del packaging che si registrano i maggiori passi avanti, con l’abbandono della plastica da parte di alcuni già entro il 2022. Per il momento però siamo lontani da un’offerta green importante di prodotto, al confronto, ad esempio, con altre merceologie come la cancelleria. «Non solo, ma non esiste una certificazione ecologica tipo Ecolabel, per cui le etichette si differenziano in funzione del processo produttivo», dice il responsabile acquisti di Coop Italia, che lavora per cambiare un mondo ancora troppo di plastica. E di plasticume. Il settore, infatti, è di per sé tra i più a rischio sotto il profilo della salute e dei controlli: i giocattoli fuori norma e privi di un marchio Ue sono la categoria di prodotti pericolosi più diffusa sul mercato europeo, seguita da auto e abbigliamento.
La bioplastica ricavata dalla canna da zucchero è una delle soluzioni, una scommessa che si fa su un materiale decisamente più naturale e rinnovabile. Il miglioramento dell’impatto ambientale e la non nocività dei prodotti con cui entrano in contatto i nostri figli passano anche dall’impiego di materiali biodegradabili come Pla e Pha. In più, per completare il giocattolo, vi si aggiungono fibre vegetali. Ci sono già ad esempio personaggi interamente in plastica a base vegetale e senza alcun imballaggio. «I giocattoli ecologici continuano ad acquisire importanza – incoraggiano gli analisti della fiera specializzata più importante al mondo, la Spielwarenmesse, in programma dal 2 al 6 febbraio a Norimberga». E citano tra i materiali emergenti il mais, la gomma, il bambù, la lana e il sughero.
Per un futuro più naturale, ci sono poi sempre il legno dei giochi di una volta e il riciclo creativo dei vecchi balocchi: con i peluche si possono fare cuscini per sedie o divani, con i mattoncini ornare vecchie scarpe e borsette, creare oggetti di design e persino artistici nel nome della pop art.