Consumi

Facciamo due conti (correnti)

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Il 2023, secondo il Rapporto Coop, per la prima volta dopo 11 anni, i depositi in banca degli italiani sono diminuiti, ed è aumentato il credito al consumo. Intanto, mentre i tassi di interesse per mutui e prestiti corrono, quelli che gli istituti ci riconoscono su conti correnti e depositi sono dello zero virgola, o spesso zero e basta, e sul conto si pagano anche i costi di gestione applicati dalla banca, che possono pesare anche per centinaia di euro l’anno sulla voce “uscite”. 

Per ottenere condizioni migliori e ridurre le spese si può provare a contrattare con il proprio istituto o cambiare banca. Ma in ogni caso è bene conoscere come funziona questo importante strumento di gestione del nostro denaro e tenere d’occhio quanto ci costa, per una conveniente “spending review”.  

A questo scopo c’è la guida gratuita della Banca d’Italia “Il conto corrente in parole semplici”, che illustra la scelta e i costi, i diritti del cliente e i contatti utili (si può scaricare online). Per risparmiare, oltre a valutare le alternative a un conto corrente vero e proprio, è importante verificare i costi fissi come spese di apertura, canoni legati a eventuali carte di pagamento, imposte di bollo e spese per l’invio di comunicazioni al cliente. 

Da tenere d’occhio anche i costi variabili, legati alle operazioni che si fanno, come l’utilizzo della carta di debito (il bancomat) per prelievo di contanti allo sportello del proprio istituto, di altre banche o all’estero, oppure per il pagamento presso gli Atm di bollette o ricariche telefoniche. E ancora l’incasso di assegni bancari, le commissioni e gli interessi legati al fido eventualmente concordato con la banca. Tra le opzioni vantaggiose che non tutti conoscono c’è, per esempio, il “conto di base”, un conto a pacchetto che deve essere offerto perfino gratuitamente (e in esenzione dall’imposta di bollo) ai clienti il cui ISEE non superi gli 11.600 euro e a chi ha una pensione di importo lordo annuo non superiore a 18 mila euro.  Comunque, per avere un’idea complessiva del costo annuo del proprio conto corrente c’è l’ICC (Indicatore dei Costi Complessivi), contenuto nel Documento informativo sulle spese fornito con il Foglio Informativo e il Documento di Sintesi. Si tratta di un indicatore introdotto dalla Banca d’Italia, in applicazione della normativa Ue, utile a confrontare le proposte di diversi istituti per alcune categorie tipo di clienti. 

E se si verifica una controversia con la propria banca? Si può scrivere all’Ufficio reclami dell’istituto o, spendendo poche decine di euro, all’Arbitro Bancario Finanziario (www.arbitrobancariofinanziario.it), sul cui sito si trovano anche le decisioni già assunte. E, come ultima spiaggia, si può arrivare a presentare un esposto alla Banca d’Italia. 

Ottobre, è ora di educazione finanziaria Parlare di soldi resta in parte un tabù, ma saperli usare è importante per la serenità del presente e del futuro. Per aiutarci a conoscerli e gestirli meglio, come ogni anno torna a ottobre il mese dell’educazione finanziaria: iniziative ed eventi, gratuiti e di qualità, senza fini commerciali, per accrescere le conoscenze di base sui temi assicurativi, previdenziali e di gestione e programmazione delle risorse finanziarie personali e familiari.
Approfondimenti e appuntamenti sono consultabili sul sito quellocheconta.gov.it

Tag: conto corrente, banche

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