Video su Internet: 14 milioni li guardano
Così la televisione prova a rialzare la testa
In crisi di risorse e di contenuti, zoppicante nel passaggio al digitale terrestre che sta presentando difficoltà superiori al previsto, incalzata dalla telefonia mobile e bistrattata dallo strapotere delle pay-tv, la televisione "così come ce la ricordiamo" prova a rialzare la testa e a ritornare il fulcro dell'intrattenimento domestico pur avendo, inesorabilmente, perso l'autorità di un tempo. Lo fa sfruttando il fenomeno delle immagini in movimento che stanno "fagocitando" la rete: da quest'anno video amatoriali, film, documentari, serie televisive hanno spodestato nel mondo il peer-to-peer (condivisione tra computer) diventando il contenuto più richiesto del web. La platea dei video-spettatori è composta oggi da un miliardo di persone. Quattordici milioni sono gli italiani (dato Nielsen) che cliccano video on-line con una crescita del 30% annuo. Fra tre anni, il 90% del traffico fisso e mobile sarà in streaming. Di fronte a questi dati, è evidente l'interesse di chi vende televisori a sconfinare e, allo stesso tempo, a tentare di risolvere il rebus della convergenza tecnologica. Le console e i pc sembravano, in questo senso, i predestinati ma così non è stato. E mentre alcuni scommettono sui tablet, in casa non si contano cellulari, smartphone, lettori e adattatori Usb in cerca di un unico "padrone". La chiave di volta dell'operazione Smart tv è costituita dalle applicazioni così come è stato per smartphone e tavolette. Le app vengono create apposta per la tv e il loro sviluppo procede molto lentamente. Attualmente se ne contano un migliaio (contro le 450 mila degli smartphone) e gli sviluppatori, frenati dallo scenario incerto e frammentario, latitano.
Più nomi un solo destino chiamiatela come vi pare
Da non confondere con la Web tv, ovvero la tv che trasmigra armi e bagagli su Internet, la Smart tv si basa su un concetto capovolto: qui sono i contenuti multimediali a convergere verso il salotto per mostrarsi in un inedito "formato famiglia". Per il resto le diverse terminologie adottate per ragioni commerciali sono solo la spia che manca uno standard comune e le case si confrontano ciascuna con la sua piattaforma proprietaria. Smart tv è stata chiamata da Lg e Samsung (le due società in primo piano nel settore, ciascuna con la propria piattaforma), Internet tv è per Sony che l'ha inserita nella sua gamma Bravia, Viera Connect l'ha battezzata Panasonic, Net tv è il nome scelto da Philips, Sharp e Loewe, le uniche finora ad essersi consociate per affrontare in cordata la dura scalata.