Un anno di Covid ha generato degli effetti particolari sui consumi degli italiani. Primo tra tutti l’effetto dispensa, di cui avevamo già parlato in passato raccontando degli acquisti di pasta, scatolame e passate di pomodoro. Convinti di rimanere a lungo in casa, o di rimanere chiusi un po’ all’improvviso, gli italiani hanno comprato di più nell’ultimo anno, per esempio, surgelati di pesce, pizze, ma anche verdure (all’interno di specialità salate ci sono per esempio i pancakes). Poi chiusi in casa hanno vissuto quello che noi chiamiamo effetto colazione, cioè hanno avuto tempo per farla. Quindi crescono latte, cereali, biscotti, confetture. Per mantenere la calma e il relax nonostante la clausura hanno cercato un effetto no stress facendo crescere le vendite di camomilla e tè piuttosto che caffè (il caffè fa +10% su base annua, la camomilla +33%). E poi si sono coccolati con un effetto comfort drink.
Chiusi in casa gli italiani hanno fatto aperitivi home made e accompagnato i pasti con un buon bicchiere. Quasi la metà degli alcolici venduti nella GDO (47%) sono vino, champagne e spumante, per un totale di 2.7 miliardi di euro e un +10% nei 12 mesi. Per lo più vino rosso e con sensibili differenze regionali: la crescita maggiore per esempio si registra in Basilicata (forse anche per il south working, il ritorno a casa per smartworking di persone di solito residenti in altre zone del Paese). Crescono le vendite anche nel Nord Est del Paese e nel centro con Umbria e Marche.
fonte: italiani.coop