Consumi in costante calo: alla fine del 2013 la spesa media mensile per famiglia era pari a 2.359 euro, in calo del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Lo rileva l’Istat, sottolineando che i consumi sono diminuiti anche in termini reali (l’inflazione lo scorso anno era all’1,2%) ai livelli più bassi da dieci anni: nel 2004 la spesa media era di 2.381 euro. Due le tipologie familiari più colpite dalla contrazione dei consumi: le famiglie operaie e quelle in coppia con due figli. Metà dei nuclei spendono meno di 2mila euro: il valore mediano della spesa mensile per famiglia (la cifra che divide in due la popolazione) risulta infatti di 1.989 euro, con una diminuzione del 4,3% rispetto al 2012.
Continuano poi ad aumentare le famiglie che hanno ridotto la qualità o la quantità del cibo acquistato, fino a raggiungere il 65% nel 2013 dal 62,3% del 2012; la spesa alimentare resta sostanzialmente stabile (passa da 468 euro a 461), nonostante la “diminuzione significativa” di quella per la carne (-3,2%). Di contro, cresce la quota di famiglie che si rivolge all’hard discount (dal 12,3% al 14,4%).
La spesa per beni e servizi non alimentari diminuisce del 2,7% e si attesta su 1.898 euro mensili: continuano a diminuire le spese per abbigliamento e calzature (-8,9%), quelle per tempo libero e cultura (-5,6%) e quelle per comunicazioni (-3,5%). La stabilità della spesa alimentare, a fronte di una diminuzione di quella non alimentare, determina l’aumento della quota di spesa destinata ad alimentari e bevande (dal 19,4% del 2012 al 19,5% del 2013). Il Trentino-Alto Adige, in particolare la provincia di Bolzano, è la regione con la spesa media mensile più elevata (2.968 euro), seguita dalla Lombardia (2.774 euro). Fanalino di coda, anche nel 2013, la Sicilia, con una spesa media mensile di 1.580 euro (circa 1.400 euro inferiore a quella del Trentino-Alto Adige).
«La quota di spesa per alimentari e bevande, nonostante sia cresciuta nel corso dell’anno stabilizzandosi al 19,5 per cento, resta comunque inferiore ai livelli pre-crisi – sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori – quando occupava un quarto della spesa complessiva delle famiglie. Inoltre, le bollette record di luce e gas e il pieno di benzina più caro d’Europa hanno costretto i consumatori a togliere soldi da beni primari come carne, pasta, pane e latte e destinarli altrove. Con la conseguenza che nel 2013 ogni famiglia italiana ha speso più per combustibili, elettricità e trasporti (474 euro al mese) che per il cibo (461 euro al mese)».
luglio 2014