Lavabile, traspirante, trasparente, antimuffa, a tempera o ad acqua, da stendere con la pennellessa o con il rullo. Chi si è fatto sedurre dalla voglia di dare di bianco alla sua estate, ritinteggiando le pareti di casa, si sarà trovato sicuramente davanti a più di un bivio e a più di un interrogativo di questo genere da sciogliere.
Di vernici infatti ce ne sono molte e va scelta quella giusta e adatta alle nostre esigenze. È importante anzitutto il tipo di superficie sulla quale sarà applicata, legno, metallo, gesso, cemento, muratura. Ogni materiale ha le sue caratteristiche specifiche pensate per quella superficie e secondariamente per i gusti estetici e il tipo di risultato a cui si tende.
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, è il muro con le sue irregolarità e le sue precedenti mani di colore la palestra delle nostre capacità “fai da te” che si combinano con il piacere di risparmiare sulle (ingenti) spese dell’imbianchino.
Per rinnovare le pareti non è male partire da una mano di fondo o da un primer, cioè un prodotto che migliora l’aderenza del colore specie su superfici porose o molto rovinate, mentre se sono troppo irregolari vanno prima carteggiate e stuccate rimuovendo il vecchio strato di pittura. Per riparare le imperfezioni tra le pareti e gli infissi usate un sigillante acrilico verniciabile, non il silicone.
Molto spesso si sceglie poi una idropittura a base d’acqua, la cui traspirabilità la rende adatta anche agli ambienti umidi. Se qualcuno avesse un dubbio sul significato di “lavabile” – termine generico che compare spesso sulle confezioni – il riferimento è al fatto che non assorbe le macchie, per cui una mano di spugna bagnata, purché data con tempestività, dovrebbe bastare per cancellare i disegni dei bimbi o gli schizzi di caffè. Una caratteristica aggiuntiva è data dal potere anti-muffa. Se riportato correttamente in etichetta, significa che quella tinta contiene sostanze biocide in grado di combattere la proliferazione delle muffe in ambienti chiusi. Ci sono anche rimedi casalinghi più ecologici, va ricordato, come l’alcol, l’acqua ossigenata o la candeggina.
In alternativa all’idropittura lavabile c’è la tempera che costa di meno, ma ha i limiti della durata e della tenuta, in quanto tende a sfaldarsi. L’acrilico si fa preferire per la sua lucentezza ma è più tossico ed emana odore. A proposito. Se siete interessati, potete dare più o meno luminosità a un ambiente scegliendo in partenza delle vernici patinate o satinate (un po’ meno lucide) o al contrario opache se non avete questo problema.
Per verificare l’effetto della tinta sul muro (mai dare nulla per scontato sulle tonalità “reali”), è consigliabile iniziare il lavoro da zone meno appariscenti come il sottoscala e gli sgabuzzini, e poi, eventualmente, modificare la composizione. Già, ma quale colore scegliere?
Linee morbide ed effetti speciali Il tasto è piuttosto delicato, sia perché la scelta è molto soggettiva, sia perché impatta sui tempi di lavorazione e sulla spesa finale, oltre ad essere una specie di cartina al tornasole delle nostre capacità. Con un unico colore tutto si semplifica, ma soluzioni più di trendy contemplano pareti diverse in una stessa stanza.
Non sottovalutate il fatto che si può dare una “carattere” alla vostra casa semplicemente azzeccando la sfumatura e che si possono ammorbidire gli spazi inserendo, ad esempio, dei semiarchi di diversa tonalità che spezzano le geometrie delle pareti. Effetti particolari li creano tecniche specifiche che vediamo spesso usate nei locali pubblici: l’effetto spugnato (intingendo una spugna in una tonalità diversa e poi tamponando la tinta precedentemente stesa), l’effetto velato (applicando un velo di colore su una parete già dipinta) o l’effetto stucco (con premiscelati a base di stucco e gesso).
Di norma si comincia dal soffitto (più comodo è il rullo) e si prosegue seguendo linee dritte (la pennellessa negli angoli è insostituibile). Se incontrate zone annerite dalla muffa trattatale prima con prodotti specifici. Asportate senza lasciarle indurire le macchie di pittura colate sul pavimento, ma avendo cura di non alzare polvere. Due o tre mani vanno messe nel conto e in più i ritocchi nei punti che risultano disomogenei.
A volte per completare il lavoro può bastare qualche colpo di vernice spray, un escamotage che può servire anche per togliere grossi aloni e rimandare, magari, le fatiche all’anno prossimo…