Cambia il clima e cambiano anche le coltivazioni. Così accade che i cambiamenti climatici nella regione mediterranea stiano spingendo la coltivazione del frumento duro sempre più a Nord, mettendo a rischio la produzione italiana della pasta, che potrebbe dipendere sempre più dalle importazioni. A lanciare l’allarme è il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). “Il cambiamento climatico sta rendendo l’area del Mediterraneo sempre più inospitale per la coltivazione del frumento che, spinto sempre più a Nord, sperimenterà agenti patogeni e condizioni ambientali differenti”, spiega Domenico Pignone dell’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari.
Secondo Coldiretti, la produzione italiana di frumento duro è di 4,2 milioni di tonnellate, e il Paese resta dipendente dall’estero per circa il 40% del proprio fabbisogno. “L’Italia, un po’ come è avvenuto con la seta, da paese produttore potrebbe diventare totalmente importatore, con pesanti ricadute economiche”, prosegue Pignone. “È necessario mettere a frutto strategie di miglioramento genetico tali da permettere lo sviluppo di un prodotto di qualita’, in grado di dare produzioni sostenibili nell’ambito dei nuovi scenari”.
27 maggio 2013 – fonte: ansa