Da un anno e mezzo a questa parte un braccio meccanico è entrato prepotentemente nelle cucine degli italiani. E non a caso, visto che volano le vendite degli ingredienti di base e il 33% dei connazionali dichiara di preparare più spesso la pizza in casa, il 19% il pane, il 18% le marmellate, il 13% la pasta fresca, i dolci e così via, in un ritorno al fai-da-te suggerito dalla crisi e dalla voglia di freschezza e genuinità.
L’impastatore ha proprio questa funzione, di aiutare a farcela da soli, risparmiando tempo e fatica. Nella preparazione dei cibi è il protagonista indiscusso del mercato con un trend (invidiabile di questi tempi) del 50% di crescita a volume, e una varietà di offerta che ha creato un “mondo degli impastatori” interno a quello del piccolo elettrodomestico.
Il successo di questo apparecchiuo che riproduce, in scala, quello comunemente usato da chef e maestri pasticceri, è dovuto molto alla sua versatilità. Gli impastatori, detti anche “kitchen machine” (da non confondere con i “robot da cucina”, meno pretenziosi, a più velocità, né con le trafilatrici a manovella, vagamente apparentate, con cui fino a poco tempo fa si tirava la pasta la domenica) sono infatti prodotti completi, multi-funzione, che permettono di preparare interi menu, dai più semplici ai più ricercati.
Dotati di numerosi accessori, oltre ai tre di serie (braccio a filo, a pala e a frusta), agiscono con un movimento circolare, all’interno di un contenitore/vaschetta metallico o in plastica (di capacità rilevante, fino a 5-6 kg), lavorando la pasta fresca, all’uovo o altri impasti come quello del pane, delle pizze, delle torte. Ma possono all’occorrenza anche miscelare, montare la panna, preparare il gelato. E i modelli più performanti si trasformano per tagliare, sminuzzare, tritare, grattugiare, frullare, centrifugare e altro ancora. Alcuni dei tanti accessori intercambiabili fanno infatti molto più di uno spremiagrumi o di un food processor, l’equivalente del classico robot da cucina con le lame: il torchio ad esempio dà una forma alla pasta, il tritacarne se integrato da un insaccatore prepara le salsicce per gli amici.
La velocità non è l’elemento carattterizzante di un impastatore, mentre risulta un vantaggio se sulla confezione è riportata la dicitura “movimento planetario”: significa che la macchina svolge un doppio movimento, orbitale e sull’asse della frusta, che restituisce un impasto perfetto.
E mo’ dove lo metto?
Più in generale le performance dell’apparecchio sono soddisfacenti e ripagano della spesa iniziale. Il problema semmai è l’ingombro, visto che un impastatore non si può certo pulire e riporre in un cassetto. Per ovviare all’inconveniente l’industria lo ha reinterpretato come “complemento d’arredo” giocando molto sul design, i colori e la qualità dei materiali. Un po’ come per le macchine da caffè espresso. Certo che su un pensile, per via del peso, difficilmente sarà collocabile per cui va previsto uno spazio adeguato in cucina.
Tra i primi criteri di scelta, dunque, c’è da mettere, oltre alla qualità, alla marca e alla potenza, la capienza rapportata all’utilizzo che se ne vorrà fare. A meno che non voglia congelare il pane in freezer, un single si può accontentare di una ciotola da 600 grammi di farina. Per una famiglia di quattro persone, da almeno 1,5 kg di farina.
Le principali differenze
Impastatori
– permettono qualsiasi tipo di impasto e di realizzare pasta fresca con un unico prodotto
– sono versatili, grazie a una miriade di accessori e si usano quotidianamente per tritare, grattare, montare,frullare ecc.
– indicati anche per quantità e un uso frequente
Macchine per il pane
– preparano vari formati senza rilavorazioni, facilmente programmabili per avere il pane caldo ogni mattina o la marmellata
– cuociono e non sporcano
– indicati per quantità anche modeste
Le mani sul portafogli
Impastatori
– sotto i 100 euro: modelli di primo prezzo con dotazioni di serie
– da 100 a 400 euro: prodotti marcati e con maggiore potenza
– da 500 euro in su: macchine più professionali e con design d’arredo
Macchine per il pane
– da 50 euro per i modelli di primo prezzo, fino a 200 euro con programmi per celiaci
I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato