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Aria di casa mia, sempre più pura

Andiamo alla scoperta di un elettrodmestico Un purificatore d’aria, ad esempio, cui pochi avrebbero pensato in tempi di normalità. New entry da alcuni mesi fra gli assortimenti di Coop e di altri grandi player della moderna distribuzione, il purificatore è un prodotto che va incontro alle richieste dei consumatori sensibili come non mai al tema dalla salute e della igienizzazione dei luoghi di vita e di lavoro: aiuta infatti a purificare e a rinfrescare gli ambienti, ma anche (vedi box) a trattenere piccole particelle in sospensione tra cui i virus. Fino a ieri era acquistato soprattutto da chi soffre di allergie, asma e altri disturbi respiratori, oggi può essere utile per i tanti costretti a passare molto tempo a casa.
Ma vediamo come scegliere un elettrodomestico del genere, che sul mercato si presenta con numerose opzioni, sovente combinate tra loro.

Sempre col filtro  Cominciamo dai diversi sistemi di purificazione e dai filtri. Questi ultimi più sono numerosi, migliori saranno le prestazioni del prodotto in termini di pulizia dell’aria. Fondamentale è la presenza del filtro Hepa (High efficiency particulate air) che trattiene particelle del diametro fino a 0,3 micron (il Sars-Cov-2 ha un diametro variabile dai 20 ai 400 nanometri, equivalente a 0,02-0,4 micron): pollini, acari e muffe verranno quindi intrappolati, nella quasi totalità, da questa tipologia di filtro che è considerata la più efficace in commercio. Ma non è la sola.

Il filtro anti-polvere permette ad esempio di catturare le particelle più grandi di polvere, mentre quello a carboni attivi è in grado di trasformare in liquidi le molecole responsabili dei cattivi odori. Con i raggi ultravioletti si uccidono agenti organici come muffe, batteri e virus e siamo già arrivati a parlare dei sistemi di filtraggio che comprendono inoltre la ionizzazione e la sterilizzazione termodinamica.

Gli ionizzatori, molto diffusi, come funzionano e dove sono più indicati? Producono ioni negativi che si vanno a legare alle particelle presenti nell’aria, che vengono poi attratte e intrappolate da filtri interni, generalmente piastre elettrostatiche collocate in fondo all’apparecchio con una carica elettrica opposta: è una tecnologia che di norma è abbinata a un altro sistema di filtraggio per l’uso domestico, mentre da sola viene impiegata su ampie superfici come i capannoni industriali dove i filtri Hepa farebbero poco.

Alcuni modelli di purificatori d’ambiente producono in più una piccola quantità di ozono per rimuovere odori e distruggere particelle libere, ma occorre tener presente che livelli troppo alti di questo gas nell’aria potrebbero creare complicanze, per questo va limitato o regolato con rilevatori presenti negli apparecchi. Sul calore, infine, fa leva la sterilizzazione termodinamica, un sistema in cui l’aria, tramite convenzione, viene aspirata e scaldata a 200 gradi, prima di essere raffreddata e rimessa in circolo.

Parametri vitali Un altro aspetto da considerare prima dell’acquisto sono le dimensioni dell’ambiente in cui verrà posizionato l’apparecchio, che può coprire da una singola stanza a un appartamento di più di 100 mq (i modelli professionali). Altri due parametri meritano attenzione: il Cadr e il flusso d’aria. Il Cadr è il tasso di emissione di aria pulita e va rapportato alla copertura del purificatore, così come è bene fare per il flusso, cioè la quantità d’aria filtrata al minuto.

Parlando di assorbimento energetico, un purificatore ha consumi generalmente contenuti: la maggior parte dei modelli in commercio non supera i 50 watt. Quanto alla manutenzione richiesta, i filtri andrebbero sostituiti dopo un certo numero di mesi, con tempistiche variabili a seconda dell’intensità di utilizzo e del periodo dell’anno, con picchi primaverili dovuti ai pollini (molti purificatori per fortuna hanno una comoda funzione promemoria, oltre alle funzioni smart di ultima generazione).
Per avere un’idea di massima i filtri Hepa vanno cambiati dopo circa 8 mesi / 1 anno di utilizzo, con un costo non proprio irrisorio da mettere in preventivo. Infine c’è la scelta del posizionamento, per il quale è indicato qualsiasi punto della casa o dell’ambiente lavorativo, in spazi adeguati alla capacità e alle caratteristiche del purificatore che, altrimenti, rischierebbe di muovere l’aria senza pulirla come un comune ventilatore.

Non sono filtri anti-contagio Non è corretto vedere un purificatore d’aria come un sistema di protezione del contagio da Sars Cov-2, paragonabile cioè in tutto e per tutto a misure preventive come le mascherine o il distanziamento fisico. Tuttavia l’azione di un filtro Hepa, che è in grado di intercettare e trattenere il virus in sospensione nell’aria, è stata rilanciata dagli ultimi studi secondo i quali il contagio si trasmette non soltanto attraverso il droplet (le goccioline pesanti che precipitano a terra entro due metri) ma anche via aerosol, ovvero le particelle più fini che emettiamo parlando ad alta voce, cantando o respirando e che si spostano fino a diversi metri di distanza permanendo in ambienti affollati, chiusi e scarsamente ventilati. L’aerazione di tali ambienti può rivelarsi perciò decisiva. E per ottenerla, qualora non si abbia un impianto di ventilazione meccanica (come sugli aerei o negli ospedali), si possono adottare dei purificatori d’aria portatili, secondo quanto suggerisce il professor Giorgio Buonanno, ordinario di Fisica tecnica ambientale all’Università di Cassino. In casa, in ufficio o mentre viaggiamo in auto, un’altra soluzione efficace è aprire finestre e finestrini coprendosi di più.

Mano al portafoglio
Purificatore d’aria con filtro Hepa e funzione ionizzante: da 70 a 150 euro
Purificatore d’aria con sistema combinato, a più stadi di filtrazione: da 150 a 300 euro
Purificatore d’aria di classe elevata, con funzionalità anche smart: da 300 a 700 euro
I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato

 

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