Carni: mentre il comparto avicolo sta mostrando una diminuzione delle quotazioni, i bovini e soprattutto i suini stanno ancora mostrando una crescita dei prezzi elevata che dipende da come sta andando il mercato internazionale, dove si registra una forte domanda.
Frutta e verdura: a differenza delle grandi materie prime che hanno quotazioni internazionali legate a dinamiche macroeconomiche, l’ortofrutticolo è legato alle stagioni e all’andamento delle campagne di raccolta, oltre che a situazioni congiunturali e locali. Difficile quindi fare previsioni.
Olio d’oliva: è in fortissima crescita dal punto di vista dei prezzi. Non solo quello italiano, ma anche quello europeo in generale e in particolare quello della Spagna, che ne è il maggior produttore.
Oli di semi: dopo il picco del 2022 i prezzi si stanno stabilizzando, un’eventuale discesa dipenderà da quello che accadrà sul mercato internazionale. Il conflitto in Ucraina è ancora un elemento condizionante.
Detergenti: i grandi gruppi internazionali hanno mostrato un’inflazione elevatissima che a volte è stata poco evidenziata, perché non è avvenuta alzando il prezzo al solito prodotto, ma proponendo prodotti apparentemente diversi (ad esempio per il numero di lavaggi, o cambiando il formato), con un costo più alto a singolo lavaggio. Un fenomeno che non viene letto dalle statistiche che, però, finisce nel conto della spesa.
Zucchero e cacao: non diminuiranno. Il caffè aveva iniziato a calare pochi mesi fa e sta già registrando una ripresa dei prezzi. La crisi climatica sta mettendo in difficoltà il mondo agricolo e condiziona pesantemente l’andamento dei prezzi.
Latte e formaggi: il settore lattiero caseario è in forte flessione. Salite e discesa sono frequenti in questo comparto: ora c’è una fase di discesa della domanda, che comporterà una diminuzione dei prezzi in anticipo su tutti gli altri prodotti.
Cereali: dopo una fortissima crescita nel 2022, i prezzi stanno mostrando ora una forte diminuzione, in particolare per la semola.