A vent’anni dalla strage di Srebrenica (del luglio 1995), nella quale 8.000 musulmani vennero massacrati dalle milizie serbo-bosniache, c’è una bella storia di cooperazione che indica anche la strada per ricostruire una pacifica convivenza tra etnie diverse anche là dove si sono vissute tragedie immani. Parliamo, come ha raccontato Marco Angelillo sul mensile Vita (www.vita.it), di quanto avviene alla cooperativa Insieme, nata nel 2003 con l’aiuto italiano, e passata da 10 a 500 soci. Lo stabilimento di trasformazione dà lavoro a 28 persone, vedove e reduci del genocidio. Produce lamponi, more e ribes: 130mila vasetti di confetture, 180mila bottiglie di succhi di frutta e 350 tonnellate di prodotto congelato l’anno.
La cooperativa ha realizzato un vivaio e possiede alcuni frutteti sperimentali con una capacità annuale di 150mila piante. Donne ortodosse e musulmane, fra Bratunac e Srebrenica, hanno deciso di coltivare, insieme, la terra e il futuro nella valle della Drina.
I frutti congelati vengono esportati in molti Paesi europei, le marmellate e i succhi solo in Italia. Tra chi li distribuisce in Italia ci sono Coop Lombardia, Coop Consumatori Nordest e Coop Adriatica.