"Un patto contro l'inflazione"
Il presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari, illustra le proposte Coop per fronteggiare i problemi delle famiglie nei prossimi mesi: "Siamo pronti a far la nostra parte per contrastare l'aumento dei prezzi, ma serve un intervento del governo"
"Serve un patto contro l’inflazione, serve subito una iniziativa politica promossa dal governo che metta intorno a un tavolo i diversi soggetti, produttori, industria e grande distribuzione, per combattere insieme una battaglia fondamentale contro l’aumento dei prezzi". A lanciare l‘allarme è Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, che aggiunge: "I dati parlano chiaro, abbiamo ricevuto richieste di aumenti che, combinate, fanno prevedere un aumento dei listini e quindi dell’inflazione 2013 nell’ordine del 4,9%. Questa prospettiva, sommata al quadro di ciò che stiamo vivendo nel 2012, con disoccupazione, consumi in calo e un Pil che scende di circa 2 punti e mezzo, rischia di diventare una sorta di tempesta perfetta. Noi come Coop siamo pronti a fare la nostra parte per combattere gli aumenti, come abbiamo sempre fatto, contrastando richieste ingiustificate. Ma in questa fase da soli non bastiamo. Qui il tema è che se si vuole davvero far ripartire il paese occorre definire una intesa che veda diversi soggetti farsi carico insieme della tutela del potere d’acquisto delle famiglie, mettendo questo obiettivo al primo posto, senza pensare si tratti di un problema che si può scaricare sugli altri pezzi della filiera".
Il quadro delineato da Tassinari, accompagna i dati del rapporto Coop 2012 consumi e distribuzione, un rapporto (vedi l’articolo nelle pagine seguenti) che è un lungo elenco di segni meno. E che soprattutto mette in luce come, sempre nella speranza che dallo scenario europeo non arrivino nuove brutte notizie sul fronte dell’andamento dello spread e del debito pubblico (che quindi imporrebbero ulteriori misure di tagli), per i prossimi mesi sulle famiglie graveranno sicuramente nuovi oneri, derivanti dalle cose già decise. Il rapporto Coop evidenzia sia per il 2013 che per il 2014, come sia da prevedere un impatto che, tra incidenza diretta sui redditi, sui prezzi o indirettamente, varierà tra i 3.500 e i 4.000 euro all’anno per ogni famiglia. Cifre da brivido, se la ruota dell’economia non riprende a girare per il verso giusto.
"Capisco che il presidente del consiglio Monti – prosegue Tassinari – cerchi di trasmettere ottimismo. I provvedimenti adottati dalla Banca centrale europea sembrano consegnarci, se non altro, una fase di maggiore respiro. Il fatto però è che i messaggi positivi devono urgentemente trasformarsi in qualcosa di concreto, che i consumatori e le imprese possano toccare con mano".
La crescita Coop
In questo difficile 2012, le cifre sull’andamento del sistema Coop, segnano comunque una tenuta tanto più significativa quanto più rapportata al quadro generale. "Per l’anno in corso – continua Tassinari – registriamo un aumento sia del fatturato, che a fine anno stimiamo sarà dell’1,1%, con 13,2 miliardi di vendite, che di dipendenti. Siamo una realtà solida oggi e per gli anni a venire, anche se pure noi sentiamo i colpi della crisi. Se teniamo conto di una inflazione al 2,5%, si capisce che anche la nostra crescita non basta. Nei consumi delle famiglie, che l’Istat ha certificato in contrazione del 3,5%, a essere colpiti decisamente sono i bene durevoli, tutto ciò che è non food, dove registriamo un meno 7,8%. Dalle nostre stime la spending review delle famiglie ha ridotto la spesa di 1 miliardo di euro. Si eliminano determinati prodotti, si va di più nei discount e così via".
Però Tassinari aggiunge una riflessione sulla lettura da dare a ciò che sta cambiando: "Sarebbe infatti un errore – spiega il presidente di Coop Italia – pensare che siamo di fronte solo a una pauperizzazione del mercato, per cui ciò che conta è solo il prezzo basso. Il successo del prodotto a marchio Coop, che nel primo semestre 2012, è arrivato a rappresentare il 27,1% delle vendite e ha un trend di crescita di +13,8%, ci dice che il consumatore vuole convenienza e qualità assieme, e premia le offerte che riescono a tenere insieme questi elementi. Dunque la presenza delle private label è un elemento strutturale che garantisce la distintività delle insegne e di quella Coop in particolare".
Liberalizzazioni cercasi
Altri segmenti in cui il marchio Coop conferma il proprio successo sono quelli della telefonia, con Coop Voce arrivato a 851 mila attivazioni, nonostante si trovi a sfidare giganti che investono somme enormi in promozioni e pubblicità e quello dei farmaci, dove i 105 corner Coop salute hanno superato nel 2011 gli 84 milioni di euro di vendite, garantendo un 29% di risparmio ai soci rispetto ai prezzi delle farmacie.
"Come Coop abbiamo dimostrato di credere nella liberalizzazione dei mercati e siamo stati pronti a investire per garantire maggiore convenienza alle famiglie. Ma purtroppo anche gli ultimi provvedimenti del governo Monti sono più che altro occasioni perse per colpa delle resistenze che si registrano sui diversi fronti. Potrei aggiungere i carburanti, su cui siamo interessati ad ampliare la nostra presenza, ma le normative restano davvero troppo vincolanti".
Ma la conclusione del ragionamento di Tassinari è di nuovo sulla prospettiva generale e sull’urgenza di misure che sostengano i consumi: "La politica europea in questi anni ha fatto scelte sbagliate. Anche la Germania, che pure è il paese più solido di quest’area, ha il segno meno nei consumi. Servono stimoli e sostegni ai redditi, specie più bassi. Ricordiamo che di fronte abbiamo quel rischio di tempesta perfetta di cui ho parlato all’inizio. Aumenti nell’ordine del 5% sono insostenibili. Come Coop, fissando a 100 i prezzi dell’anno 2000, oggi siamo a 118, contro un dato Istat di 132. Abbiamo garantito convenienza e siamo determinati a continuare a farlo. Ma serve la definizione di un rapporto di collaborazione piena con i produttori e il mondo delle industrie italiane. Con il mondo dell’agricoltura, da Coldiretti a Legacoop agroalimentare abbiamo già dato vita a iniziative importanti, che hanno portato a proporre nuovi prodotti, come pasta, vino e olio, che rappresentano le eccellenze del nostro paese. Bisogna continuare su questa strada per affermare un modello di consumi che sia virtuoso, che tenga insieme sobrietà, qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente. Se sarà così il nostro paese ha risorse straordinarie da mettere in campo".
Dario Guidi