Il Natale ha portato bene al progetto dei datteri di Gerico, venduti da tre anni in esclusiva nel circuito Coop con il marchio “Terra equa”. Proprio sotto le feste, infatti, sono iniziati i lavori per la costruzione della prima clinica di chirurgia pediatrica a Betlemme, in Palestina.
Dopo anni di progetti e di richieste di permessi, finalmente il cantiere si è aperto: iniziano ad essere spesi i contributi raccolti con la vendita dei datteri che, considerando anche quest’ultima campagna, sono pari a circa 80.000 euro. Il fine è la costruzione di un ospedale da 38 posti letto che ha richiesto un investimento di 5 milioni di euro. Con la posa della prima pietra si è chiusa una lunga e complessa fase di progettazione che ha visti coinvolti i tecnici del Meyer di Firenze, la Regione Toscana e la Fondazione Giovanni Paolo II.
Il progetto dell’ospedale – che venne consegnato a papa Benedetto XVI il 18 aprile 2012 – diventa realtà grazie anche alla vendita dei datteri nei supermercati Coop e alla generosità di tanti soci e consumatori. I quali, acquistandone una confezione da 250 grammi, contribuiscono con 0,25 euro alla nascita dell’ospedale.
Un secondo importante aggiornamento riguarda l’indotto. Il nuovo acquisto di Medjoul, infatti, un dattero poco diffuso in Europa e ancora meno in Italia, considerato il “re dei datteri” per il suo sapore e la sua consistenza, ha permesso alle cooperative che sono nate nel frattempo a Gerico, e che occupano molte famiglie, di lavorare con una certa tranquillità; confidando che un futuro diverso è possibile, anche se la guerra di Gaza ha nuovamente fermato completamente il flusso di pellegrini e turisti che sono l’unica ricchezza per tutto Israele e per le città dell’Autonomia Palestinese, come Gerico.
Lavorare insieme, israeliani e palestinesi, dimostra invece che un futuro diverso non solo è possibile, ma è già iniziato. “A Gerico – raccontano i testimoni – i giovani sono fiduciosi anche perché rispetto ad altre città dell’Autorità Nazionale Palestinese, ad esempio Betlemme, il lavoro in agricoltura, grazie alla produzione e vendita dei datteri, c’è ed è retribuito: cosa non di poco conto”.
febbraio 2014