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Perché la “doccia ghiacciata” conquista la rete

Doccia_fredda.jpgMolti se lo saranno chiesto, e noi tra questi: come si spiega il successo planetario della ”sfida del secchio d’acqua ghiacciata”, la Ice Bucket Challenge? Questa gara di beneficenza per la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) ha raccolto finora cifre da capogiro. La ALS, l’associazione americana che l’ha promossa, comunica di aver raccolto quasi 42 milioni di dollari in donazioni. Una cifra record considerando che lo scorso anno nello stesso periodo (29 luglio-21 agosto) erano stati raccolti 2,1 milioni di dollari. I fondi, spiega l’associazione sul suo sito, sono destinati all’assistenza dei pazienti di Sla e delle loro famiglie.

C’è voluto però il “volano” del web per rendere virale questa campagna e farla fruttare 20 volte di più. C’è voluto un gesto banale quanto contagioso come il buttarsi addosso acqua ghiacciata, una catena di Sant’Antonio che non ha risparmiato vip e uomini potenti, da Bush a Fiorello, da Mark Zuckerberg a Bill Gates, da lady Gaga e Balotelli, passando per milioni di persone comuni (28 milioni solo su Facebbok) che hanno postato con gusto la loro “doccia  fredda di beneficienza”.

Per dare una spiegazione più scientifica al fenomeno, occorre prendere a prestito una teoria economica apparentemente lontana. È la teoria di Alchian-Allen che dimostra come la domanda di prodotti di qualità sia influenzata dai costi di trasporto. Ovvero, se abbiamo due qualità dello stesso prodotto, così recita il teorema, ma soggette a un aumento di importo fisso (come una tassa o i costi di trasporto) il consumo delle persone si sposterà verso la qualità più alta dei due prodotti. Un esempio? Posto che abbiamo una qualità ottima di caffè a 3 euro al chilo e un tipo di macinato di qualità inferiore alla metà del prezzo, se aggiungiamo il costo di spedizione per entrambe (1 euro ogni chilo di caffè) il rapporto tra i prodotti cambierà perché il costo diventa relativo: 4 per il caffè più buono e 2,5 per quello di scarsa qualità. Il nuovo rapporto aumenterà la possibilità, dunque, che chi debba comprare caffè scelga quello di qualità più elevata.

Cosa c’entra tutto questo? C’entra, perché la teoria di Alchian-Allen si applica anche al contrario: cosa succede, infatti, se quel costo di trasporto viene rimosso? Succede che il prodotto di minor valore (trasportato su Internet, i gattini o le secchiate d’acqua…), e quindi più economico, avrà la maggiore diffusione a scapito del prodotto più dispendioso (la campagna contro la Sla o i sonetti di Shakespeare…). E siccome Internet elimina “totalmente” i costi di trasporto dell’informazione, di conseguenza i contenuti di bassa qualità rimarranno quelli meno costosi e più popolari, mentre le idee di alta qualità che avranno un prezzo maggiore saranno penalizzate.

Insomma, per chi preferisce le cose semplici, è un po’ la stessa cosa che accadeva negli scompartimenti dei treni di una volta: quando entrava il passeggero con la barzelletta più sconcia o solo più pronta o il linguaggio di più bassa lega, il discorso in quello scompartimento scivolava verso i temi più “economici”, e lui diventava il centro dei nostri viaggi. Viaggi, a dire il vero, assai “poco memorabili”…

ICE BUCKET CHALLENGE. Tornando alla sfida dell’acqua ghiacciata, solo su Facebook oltre 28 milioni di persone hanno partecipato alla conversazione sul tema e sono stati condivisi oltre 24 milioni di video delle ‘secchiate’. Questi i dati diffusi dal team di Facebook, che ha analizzato l’attività virale relativa all’Ice Bucket Challenge registrata sulla piattaforma tra la prima settimana di giugno e il 17 agosto.  I post sono originati a Boston, ma la sfida ha raggiunto ormai quasi ogni Paese nel mondo. Questi i primi dieci Paesi in ordine di partecipazione tra cui, stranamente, non figura l’Italia:

1. Stati Uniti
2. Australia
3. Nuova Zelanda
4. Canada
5. Messico
6. Brasile
7. Germania
8. Filippine
9. Porto Rico
10. India

(22 agosto 2014- Fonti: Ansa, Wired)

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