Il 21 di marzo, ormai da 20 anni, non è più soltanto il primo giorno di primavera. È la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e Avviso Pubblico. Quest’anno il 21 marzo, a Messina e alla stessa ora in tanti altri luoghi del paese verrà letto il lungo elenco delle vittime innocenti delle mafie. Sono circa 900. Nomi e cognomi recitati come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità. Memoria di comunità che si fa impegno quotidiano e che percorre la storia del nostro paese. Che ci fa sentire addosso non solo l’importanza del ricordo, ma anche la necessità di dargli vita, di portarlo in giro per un’Italia che non può ignorare ciò che avviene nella sua pancia: le tante energie inghiottite dai poteri criminali, le mille opportunità economiche, culturali, umane risucchiate dalle mafie e dalla corruzione.
“Il 21 marzo – dichiara Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera e responsabile di Libera Memoria – nella piazza di Messina e nelle scuole, fabbriche, consigli comunali leggeremo i nomi e i cognomi delle vittime innocenti delle mafie per farli nostri ancora una volta, imprimerli dentro di noi, ci affidano i loro cari che non ci sono più, ci affidano le loro speranze interrotte, tocca a noi camminare perché i loro sogni, il loro impegno, la loro vita cammini con le nostre gambe. La giornata della memoria e dell’impegno nasce e si rinnova per essere non un evento ma dentro il tempo e la storia delle persone è la tappa di un cammino sociale, educativo e culturale che dura 365 giorni all’anno. Questo è il nostro impegno e questa è la nostra responsabilità.”
A Messina, Libera camminerà insieme ai familiari per ricordarci che per vincere il crimine organizzato e la corruzione non bastano più la legalità, il rispetto delle regole. Occorre, di fronte al male, non voltarsi dall’altra parte o restare con le mani in mano. Perché il nostro Paese rischia di morire d’illegalità, di «mafiosità strisciante», di relazioni umane sempre è più segnate dall’avidità, dalla furbizia, dai privilegi del potere. La mafia, le mafie vogliono proprio questo: rubarci il futuro, condannarci alla rassegnazione, all’immutabilità delle cose, alla loro impossibilità di cambiare. Le ingiustizie si sono alleate con le nostre omissioni, rischiano di avvelenare le radici della nostra memoria e di compromettere i possibili frutti dell’impegno. È il tempo delle scelte nette per essere dalla parte di chi cerca e di chi aiuta a trovare verità. L’abbraccio in tutto il paese ai familiari significa far diventare patrimonio comune quel dolore, quella rabbia perché diventino motore di cambiamento. Il primo giorno di primavera, e in tutti i 365 giorni dell’anno.
marzo 2016
Per info: www.libera.it
www.memoriaeimpegno.it