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Lotta allo spreco alimentare. Per Coop un impegno quotidiano

Buonfine.jpgCon la crisi gli italiani sembrano diventati meno spreconi. Otto consumatori su dieci, nel sondaggio promosso dal Movimento Difesa del Cittadino (Mdc), hanno dichiarato non di gettare quasi mai gli avanzi di cibo. La percezione è che in casa si spreca meno. Più consapevolezza dunque nel riempire il carrello della spesa, così il che frigo non deborda più di vettovaglie dimenticate o maxi porzioni. Ma, sottolinea Coldiretti, ”molto resta da fare con ogni italiano che, nel 2014, ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno”, secondo quanto rileva una l’indagine Coldiretti/Ixè diffusa nella seconda Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, istituita dal ministero dell’Ambiente.

“Con la crisi si spreca di meno perché c’è meno da sprecare, – commenta Silvia Biasotto, responsabile area alimentazione Mdc – si acquista meno ma è anche vero che i consumatori italiani sono più attenti. Il problema dello spreco domestico deriva da cattive abitudini e dalla non conoscenza di buone prassi della conservazione del cibo”. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, tra chi ha tagliato gli sprechi, il 75% fa la spesa in modo più oculato, il 56% riutilizzando gli avanzi, il 37% riducendo gli acquisti, il 34% guardando la data di scadenza e l’11% donando in beneficenza.

Anche al ristorante un italiano su tre si porta a casa gli avanzi con la cosiddetta “doggy bag“. Intanto è boom di iniziative antispreco nelle catene di supermarket. “E sono finalmente in vista – sottolinea il presidente di Last Minute Market Andrea Segrè – gli incentivi alla donazione delle eccedenze e dei prodotti alimentari invenduti lungo la filiera agroalimentare, attraverso la semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione del quadro normativo”. Coop comunque già da anni concretamente, ogni giorno, lotta contro lo spreco con le campagne “Buon fine” e “Brutti ma buoni”: prodotti alimentari che per motivi vari (confezioni danneggiate, etichette deteriorate) non possono più essere posti in vendita, pur mantenendo inalterate le proprie caratteristiche nutrizionali e igieniche, vengono assegnati a titolo gratuito ad associazioni di volontariato che operano sul fronte della povertà e del bisogno.

febbraio 2015

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