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Le sfide dei padroni del web: la battaglia con i giornali

QUOTIDIANI.jpgGoogle, Facebook, Amazon e Apple. Giganti del web i cui problemi non sono però solo legati al tema del fisco e delle complesse ragnatele societarie per pagare meno tasse. Lo straordinario potere di queste società fa discutere anche relativamente alla questione del trattamento dei dati di miliardi di utenti in giro per il mondo, dati sul cui trattamento non si sa molto anche perché diventano uno straordinario strumento per attrarre inserzionisti pubblicitari. Google controlla il 90% delle ricerche in rete effettuate da utenti europei (e anche per questo è finita nel mirino della UE e rischia una multa miliardaria per eccesso di posizione dominante, come già avvenne anni fa per Microsoft), Facebook conosce gusti e opinioni di tutti quelli che ogni giorno si raccontano attraverso questa piattaforma. E lo stesso vale per i clienti del mondo Apple.

C’è poi anche il delicato tema del rapporto con giornali e mondo dei media, il cui lavoro viene oggi quotidianamente e gratuitamente “saccheggiato” per finire su Google News o su Facebook. Da tempo gli editori chiedono che chi usa il lavoro fatto da altri debba pagare. La sfida legata alla tutela del diritto d’autore è difficile e complessa, anche in considerazione dello stato di profonda crisi (economica e di lettori) dei media tradizionali, specie cartacei. In Spagna Google ha chiuso il proprio servizio di news perché costretta per legge a pagare un contributo agli editori da cui prendeva le notizie. Una prova di forza estrema basata sul fatto che senza Google il numero di visualizzazioni dei contenuti è crollato per tutti. Polemiche e controversie analoghe ci sono in tutti i paesi, dalla Germania alla Francia. E pure in Italia c’è chi da tempo pone il tema. Ma il rischio è che, mentre ancora si cerca una soluzione su quel che era, ci siano evoluzioni che spostano ulteriormente in avanti il problema. Se Jeff Bezos, padrone di Amazon si è comprato il prestigioso Washington Post, Mark Zuckerberg starebbe per definire un accordo col New York Times per rendere visibili direttamente agli utenti Facebook (1,4 miliardi di persone al mondo), i contenuti del celebre giornale newyorkese.

Dunque per seguire il quotidiano non servirà più andare sul sito del Times, ma basterà stare sulla propria pagina Facebook da cui accedere direttamente e più velocemente alle notizie. Ovviamente ci sono problemi di pubblicità (chi si tiene i soldi) e di trattamento dei dati. Problemi che sono rilevanti e complessi, ma tutto sembra confermare che il potere di questi giganti del mondo Web continuerà a crescere.

maggio 2015

 

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