L’effetto Covid è lampante: 2.409.822 unità di sangue raccolte lo scorso anno, cioè oltre 138mila in meno del 2019, con un calo medio mensile del 6,1%. Lo dicono i dati forniti dal Centro nazionale sangue, la massima autorità del ministero della Salute in materia. Sul lungo periodo soltanto la provincia autonoma di Bolzano è riuscita a mantenere il trend stabile, per il resto l’emergenza sanitaria ha lasciato il segno anche sulla donazione di sangue, né ci si poteva aspettare che non vi fosse un decremento, nonostante una ripresa nei primi mesi del 2021.
Ma alla luce di questi dati è ancora più importante ricordare che il bisogno di sangue non si è fermato a causa del Covid: ogni giorno 1.800 persone necessitano di trasfusioni per poter sopravvivere. Ora che la morsa del coronavirus si sta allentando, l’appello è dunque quello di recarsi a donare sangue ed emocomponenti, un gesto importante anche e soprattutto in questo momento.
Bisogna ricordare però che è possibile donare solo se si è in buona salute, come del resto avveniva prima, con la postilla che le persone risultate positive al tampone o che abbiano avuto un contatto stretto con un soggetto positivo sono tenute a osservare un periodo di sospensione dalla donazione (14 giorni dall’ultima esposizione, in assenza di tampone, oppure 10 giorni dall’ultima esposizione in caso di esito negativo al tampone effettuato il decimo giorno); un periodo di sospensione va osservato anche da chi si è sottoposto al vaccino anti-Covid.
Con questi accorgimenti, il sangue viene donato in assoluta tranquillità e sicurezza. Non ci sono evidenze scientifiche – sottolinea l’Avis – che dimostrino la trasmissione del coronavirus attraverso le trasfusioni.