Una cosa che molti non sanno a proposito del latte è che l’Italia non è un paese autosufficiente per questo prodotto. Cioè la quantità che esce dalle stalle (nel 2017 sono state 12 milioni 625 mila tonnellate) non è sufficiente a coprire i consumi e le necessità di lavorazione anche per i prodotti, cioè formaggi, yogurt e altro, che vengono esportati. Per questo, sempre nel 2017 sono stati importati 7 milioni e 183 mila tonnellate di latte, prevalentemente da paesi europei (come Germania, Francia e Austria).
Come spiega Angelo Rossi, direttore generale di CLAL.it, società specializzata nell’analisi proprio del mercato lattiero caseario, «la capacità produttiva delle stalle italiane sta crescendo e copre una quota sempre maggiore del fabbisogno. Dal 76% del 2014 si è arrivati all’84% del 2017. Secondo le nostre stime nei primi 11 mesi del 2018 si sono aggiunte altre 174 mila tonnellate ai volumi prodotti sull’anno precedente».
I dati di CLAL.it confermano il significativo calo dei consumi di latte (di cui parliamo nell’articolo principale in queste pagine), che continua anche sia nel 2017 che nel 2018 (con l’eccezione dei latti biologici).
«Quanto all’andamento dei prezzi – spiega ancora Rossi -, pur essendoci andamenti di mercato uniformi, emerge una difficoltà che i produttori italiani devono fronteggiare davanti alla concorrenza di altri paesi europei. Rispetto a Francia e Germania, che sono i principali fornitori di latte e derivati all’Italia, i prezzi alla stalla a fine 2018 erano di 33,55 euro (per 100 kg di prodotto) in Francia, contro i 35,33 euro in Germania e i 37,34 dell’Italia».
Un’altra cosa che è fondamentale aver presente quando si guarda ai dati complessivi sul mercato lattiero caseario del nostro paese è che (come avviene anche in tanti altri campi, pensiamo al grano e alla pasta) noi siamo anche un grande paese che lavora, trasforma ed esporta. Per cui se nel 2017 è vero che abbiamo importato oltre 7 milioni di tonnellate di latte, è anche vero che abbiamo esportato 4 milioni e 856 mila tonnellate di prodotti a base di latte (questa cifra è espressa in equivalente latte, cioè riportata, secondo dei coefficienti, alla quantità di latte impiegato per la produzione di prodotti lattiero-caseari). Anche sull’export, secondo le analisi di CLAL.it, il 2017 segna un aumento di 986 mila tonnellate che compensa ampiamente il calo di 376 mila tonnellate dei consumi interni.
Sull’export di formaggi (inutile ricordare quanti prodotti di fama mondiale abbiamo in questo settore e l’attenzione che c’è per il cibo italiano nel mondo in questa fase) il trend è positivo, con un aumento del 6,8% nel 2017 e dello 0,8% nei primi dieci mesi del 2018. In particolare, le analisi di CLAL.it mostrano che nell’ultimo anno Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono cresciuti a volume del 6,1%. Nel 2017 il valore monetario dell’export di formaggi ha raggiunto i 2 miliardi e 668 mila milioni di euro.