Un 2012 pesante e difficile, che ha riportato indietro di decenni le lancette dei redditi e dei consumi (-4%) delle famiglie italiane, esattamente ai livelli degli anni ‘90. E un 2013 che, se non si sarà in grado di cambiare marcia rapidamente, proporrà un ulteriore segno meno per l’economia italiana, con tutte le conseguenti ricadute sui diversi piani a cominciare da quello dell’occupazione.
Il quadro, alla vigilia delle elezioni politiche in programma il 24 febbraio è questo. Non si scappa. E chiunque esca vincitore sarà chiamato a fronteggiare questi fatti concreti. Del resto, l’allarme che lancia Coop parte dalle cifre e da una constatazione di fondo che il presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari, descrive così: “Nel 2012 il governo e la politica si sono preoccupati solo dello spread finanziario e della tenuta dei conti dello Stato. Cosa giusta, ma il problema è che hanno dimenticato un altro spread, quello che ha colpito le famiglie, attraverso gli aumenti del costo delle materie prime (e quindi del cibo) che si sono sommati al pesante aumento della tassazione che ha avuto nella rata dell’Imu prima di Natale il suo simbolo massimo. È un problema che, come Coop, avevamo denunciato già nel settembre scorso. Solo questo spread sul cibo, che è nell’ordine del 5%, rischia di pesare sulle famiglie per 7 miliardi di euro. E di propagarsi nel 2013 con effetti micidiali”.
Dunque la richiesta di Coop, è di considerare la difesa del potere d’acquisto delle famiglie una priorità e muoversi di conseguenza.
2012, si torna indietro
Le urgenze dell’agenda 2013 sono strettamente legate all’anno da poco concluso. “Sul piano dei consumi – spiega sempre Tassinari – i risultati sono stati assolutamente negativi. Le manovre, prima di Tremonti e poi di Monti hanno pesato sulla famiglia media per circa 3.400 euro. E, se la politica economica resterà invariata, con il 2013 arriverà una ulteriore botta di 2.000 euro a famiglia. Ricordo poi che, dal primo luglio 2013 è già fissato un ulteriore aumento dell’Iva dell’1%. Tra l’altro le cifre confermano clamorosamente che l’idea che aumentare l’Iva non incidesse sui consumi si è dimostrata sbagliata. Nel 2012 i consumi sono calati e sono calate anche le entrate fiscali derivanti dall’Iva (-2 miliardi). In più ricordo che l’ulteriore aumento Iva nel 2013 andrebbe a colpire, oltre a diversi generi di prima necessità, il settore extra-alimentare, cioè quello più in difficoltà in questi mesi. Dunque chiediamo che questo aumento sia evitato perché, come i fatti dimostrano, ha una logica recessiva”.
Il punto drammatico, prosegue Tassinari è che oggi siamo in una fase di stagflazione, cioè di contemporanea riduzione dei consumi e di aumento dei prezzi. “Quando abbiamo lanciato l’allarme sui rischi di inflazione che gli aumenti delle materie prime comportavano nessuno si è mosso. E le conseguenze le pagheremo anche su tutto il 2013. Il punto di fondo è che la politica economica di questi mesi non ha considerato i consumi un volano per la ripresa. Ma è evidente che il lavoro, l’occupazione, l’attività delle imprese sono strettamente legate a questo elemento”.
Coop, proposte e impegni
Di fronte a questo quadro Coop come si muoverà? “Faremo ciò che è nella nostra missione e cioè lavoreremo per calmierare i prezzi, per contrastare, nei limiti del possibile, le richieste di aumenti che ci arrivano e per non scaricare queste tensioni sulle famiglie. Aggiungo, ben sapendo che è una questione che non si risolve in Italia, che gli aumenti dipendono anche dalle speculazioni finanziarie internazionali, rispetto alle quali l’Europa dovrebbe fare qualcosa. Tornando a Coop, ripeto, faremo quello per cui siamo nati: dal 2002 ad oggi a fronte di una inflazione Istat del 24%, l’aumento dei prezzi nei nostri punti vendita è stato di 10 punti percentuali inferiore. Agiremo con la massima determinazione, puntando sul contenimento dei prezzi, ma anche su una politica di offerta che tenga conto dei cambiamenti che questa crisi produce. Per cui deve essere chiaro che comunque non si può favorire il prezzo più basso a tutti i costi, e cioè a scapito della qualità. Il concetto chiave – prosegue Tassinari – è quello di un prezzo giusto, che riassuma i valori che Coop ha sempre messo al centro del suo agire. Per cui se certo ci deve essere più efficienza, più lotta allo spreco, più sobrietà,:queste cose si uniscono alle garanzia di salubrità, alla tutela dell’ambiente, all’eticità e al rispetto dei diritti e alla qualità del prodotto. Insomma siamo impegnati per definire un modello di consumi più virtuoso, che deve riguardare anche la formulazione dell’offerta nelle grandi superfici, come gli ipermercati, che hanno subito di più le difficoltà di questi mesi”.
Richieste al nuovo governo
Dunque se Coop è più che mai concentrata a fare la sua parte e ad essere vicina alle famiglie italiane, ciò non toglie che ci sia una richiesta, al governo che uscirà dalle elezioni di febbraio, affinchè arrivino forti segnali di novità. “Ripeto – prosegue Tassinari – il concetto chiave: occorre considerare i consumi una chiave di rilancio dell’economia e quindi c’è da difendere il potere d’acquisto del famiglie. Per contrastare l’inflazione la nostra proposta è che il governo promuova un tavolo a cui siedano sia l’industria che la grande distribuzione. Solo se si concordano congiuntamente alcune linee forti si può aggredire efficacemente questo nodo. Poi l’altro grande tema che chiediamo sia rimesso in agenda è quello delle liberalizzazioni. Qui l’esperienza dimostra che davvero si possono far risparmiare soldi alle famiglie. Dalla telefonia ai farmaci dove ci sono sati spazi disponibili noi ci siamo impegnati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: milioni di euro rimasti nelle tasche degli italiani. Dunque c’è una strada, aperta con coraggio da Bersani quando era ministro e che poi anche il governo Monti ha fatto molta fatica a seguire, che va ripresa a 360 gradi: penso ai carburanti, ai servizi finanziari, a ulteriori passi avanti nel campo dei farmaci. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, con coraggio e determinazione. In un campo difficile come la telefonia, dove ci dobbiamo confrontare con colossi che investono cifre enormi in pubblicità, siamo ormai vicini alla soglia del milione di abbonati per Coop Voce, sulla base di una promessa di dare ai clienti tariffe semplici, convenienti e trasparenti. E siamo stati premiati per questo”.