Per colpa di una crisi che ormai si protrae da diversi anni ben l’83% degli italiani ha cambiato il proprio stile di vita riducendo le spese per viaggi, vacanze, ristoranti, pizzerie, abbigliamento calzature, generi alimentari, divertimento, svaghi e tempo libero.
E’ questo uno de dati salienti che emerge dall’Osservatorio sui consumi di beni durevoli di Findomestic (società specializzata nel credito al consumo). Per la maggioranza degli intervistati il peso di tasse, fisco, eccesso di debito pubblico, politiche economiche errate sono gli elementi fondanti della crisi attuale e il maggior ostacolo allo sviluppo.
Parafrasando la vecchia canzone “Se potessi avere 1000 lire al mese” oggi gli italiani ritengono che, sotto un profilo strettamente economico, un reddito sufficiente sia di almeno 1.359 € al mese per i single; di 1.876 € per la coppia senza figli; di 1.995 € per la coppia con figli. Sotto queste cifre (che rappresentano dei valori medi indicati nell’indagine) si è costretti ad operare rinunce che incidono fortemente sullo stile e sulla qualità della vita.
Rispetto alle cause e ai possibili rimedi della crisi, si vanno delineando due visioni contrapposte: quella che l’indagine chiama dei miglioristi e quella degli eco-pauperisti. Secondo i primi la stagnazione attuale è il frutto di una errata applicazione dell’attuale sistema economico capitalistico, bloccato dai meccanismi della “finanza” impazzita e fuori controllo, ma, nel quale è possibile un riequilibrio delle distorsioni che potrebbe consentire una nuova “partenza” del ciclo positivo. Per gli eco pauperisti invece il sistema presenta un vizio all’origine, non contemplando meccanismi di protezione e rigenerazione delle risorse: ecco quindi che occorre un radicale ripensamento.
All’interno di questo rimescolamento, a conferma che comunque le modifiche indotte dalla crisi sono profonde e strutturali, cresce in maniera consistente la categoria di propone una concezione del futuro che non può non prescindere dalle azioni che si intraprendono subito sul fronte dei consumi e della produzione: entrambi devono essere sostenibili, grazie alla rinuncia al superfluo, al consumo compulsivo, alle produzioni impattanti; meglio quindi consumare o produrre qualche cosa in meno, ma che abbia un impatto ecosostenibile. Un tassello importante di questa visione è il principio che per risolvere i problemi occorra agire in proprio.
Per una produzione sostenibile ogni paese dovrebbe specializzarsi basandosi sulle risorse disponibili rimodulando il concetto di autosufficienza e scambio. In Italia, secondo gli intervistati, si dovrebbe puntare sulle eccellenze del made in Italy che sono ambiente, paesaggio, storia cultura, arte, enogastronomia, lifestyle, ingegno inteso come meccanica di precisione e manifattura ad alto valore aggiunto.
Cosa possiamo fare oggi per influenzare positivamente il nostro futuro? Secondo la maggioranza occorre che ci sia più equità, intesa come ripartizione della ricchezza, tutela dei più deboli e delle aziende in difficoltà. Segue una maggiore istruzione interpretata anche come più ricerca e sviluppo. In questo contesto l’innovazione, secondo la maggioranza, dovrà diventare un’importante risorsa collettiva che dovrà essere composta da tre asset: l’ingegno umano, l’informatica e la biomimesi.
In termini di consumi, secondo Findomestic, il 2013 sarà ancora caratterizzato da una fase di riduzione e unao graduale ripresa dovrebbe cominciare a manifestarsi solo a partire dal prossimo anno. Dopo i minimi toccati nel 2012, anche la propensione al risparmio ha cominciato a crescere nell’anno in corso.
(Fonte Findomestic, 27 novembre 2013)
L’83% degli italiani ha tagliato le spese e cambiato stile di vita

Condividi su
Iscriviti alla
newsletter
di Consumatori
Ricevi ogni mese via mail la rivista digitale e le notizie più interessanti