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Italia, l’era della grande incertezza. E l’idea di futuro non c’è più

Gente_in_strada.jpgÈ l’Italia della “Grande Incertezza”, quella che esce dal settimo “Rapporto sulla sicurezza sociale in Italia e in Europa”, promosso da fondazione Unipolis, Demos&Pi ed Osservatorio di Pavia. Siamo un paese caratterizzato, spiega il sociologo Ilvo Diamanti, che del rapporto è il curatore, dalla “perdita dei riferimenti di valore, istituzionali, normativi che fornisce la politica. Il clima d’opinione è deluso, ma ancor di più: disorientato”. Per Diamanti, l’idea di Futuro “è pressoché scomparsa. Persa, anch’esso, nella nebbia della Grande Incertezza in cui siamo scomparsi”.

Per quanto riguarda l’Italia, l’insicurezza economica continua ad essere in cima alle preoccupazioni dei cittadini:  ben il 73% degli intervistati la considera come emergenza principale, anche come somma dei diversi elementi, come disoccupazione – il 50% ha come paura principale quella di perdere il lavoro – tasse, costo della vita. Una percentuale complessiva inferiore di sei punti percentuali rispetto all’anno scorso, ma di 15 più alta che nel 2009. Solo gli spagnoli e in parte i francesi  esprimono dati paragonabili.
Ad una verifica più accurata, gli italiani si percepiscono impoveriti, al punto che l’85% ritiene che le distanze tra “chi ha poco” e “chi ha molto” sia parecchio aumentata negli ultimi dieci anni. Così che, per la prima volta, la maggioranza degli interpellati (52%)  colloca la propria famiglia  nella classe sociale “bassa e medio bassa”. Appena otto anni fa, invece, il 60% degli italiani si considerava appartenente al ceto medio e solo il 28% tra i ceti medio – bassi. Insomma, come sottolinea Diamanti, siamo di fronte ad una “società che scivola verso il basso”. A farne le spese sono soprattutto i giovani – quasi il 60% degli italiani ha come sua principale “paura” il futuro dei figli; il che porta la maggior parte delle persone (67%) a considerare l’emigrazione all’estero la sola speranza possibile per i ragazzi.

Ad alimentare ulteriore preoccupazione e sfiducia c’è poi la politica. Considerata incapace di risolvere la crisi e i problemi economici del Paese, la politica è essa stessa diventata un fattore di insicurezza: il 68% degli italiani intervistati, infatti, si dichiara “frequentemente” preoccupato per “l’instabilità politica”.

In questo quadro, l’insicurezza personale, determinata dalla criminalità comune, conserva una sua valenza importante tra le preoccupazione e le “paure” degli italiani, che indicano nelle interviste un “aumento” anche rilevante della criminalità, sia a livello nazionale (lo dice l’84%), che nella zona di residenza (aumentata per il 43% negli ultimi cinque anni), ma comunque molto lontano dai picchi registrati nel biennio 2007/2008. A colpire maggiormente l’opinione pubblica  più che i reati più gravi – mentre l’andamento complessivo, sulla base dei dati ufficiali è stabile se non in leggera diminuzione – sono quelli che invadono la sfera privata, segnatamente i furti in casa, che generano maggiore allarme e inquietudine tra i cittadini.

Merita di essere evidenziato come sia andata riducendosi la “paura” nei confronti degli immigrati: per il 56% la loro presenza in Italia “favorisce la nostra apertura”, mentre ben l’80% si dichiara favorevole a concedere la cittadinanza ai figli di stranieri nati nel nostro Paese.
(Fonte: www.fondazioneunipolis.org, 24 febbraio 2014)

 

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