Amnesty ha presentato il rapporto annuale 2013 sui diritti umani nel mondo. Ne emerge un terribile quadro di ingiustizie e crudeltà: 112 Paesi – su 159 presi in considerazione – hanno torturato i loro cittadini. In 80 stati si sono svolti processi iniqui, e in 50 le forze di sicurezza sono state responsabili di uccisioni illegali in tempo di pace. Metà della popolazione del pianeta e soprattutto le donne sono considerate di serie B e i governi stanno tradendo i diritti dei loro cittadini.
Anche in Italia, secondo Amnesty, si starebbe assistendo a un peggioramento dello stato dei diritti. Secondo il presidente Antonio Marchesi, “è una situazione con molte ombre, tra cui l’allarmante livello raggiunto dalla violenza omicida contro le donne; gli ostacoli che incontra chi chiede verità e giustizia per coloro che sono morti mentre erano nelle mani di agenti o sono stati torturati o maltrattati in custodia; la stigmatizzazione pubblica sempre più accesa di chi è diverso dalla maggioranza per il colore della pelle o l’origine etnica”. Inoltre, secondo Amnesty, le autorità non proteggono i diritti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti che hanno continuato a vivere in condizioni difficili e di emergenza. Bisogna fare riforme concrete, dice sempre Marchesi, e l’alibi della crisi non regge: “Anche le violazioni dei diritti umani costano e, spesso, più della loro tutela”.
23 maggio 2013 – fonte: Amnesty international