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Il libro di Vincenzo Tassinari: “Noi, le coop rosse”

Libro_Tassinari.jpgÈ un libro che parla di Coop e della sua crescita, di come è cambiata la distribuzione moderna in Italia dal dopoguerra ad oggi, che parla di scelte legislative inadeguate, dei limiti della politica e di una classe imprenditoriale che ha preferito, in molti casi, fare cassa anziché puntare sullo sviluppo del paese. Insomma un libro sull’Italia di questi decenni, raccontata attraverso la testimonianza di un protagonista come Vicenzo Tassinari, per 25 anni presidente di Coop Italia, intervistato da Dario Guidi, giornalista e direttore di questa rivista. Il libro si intitola “Noi le Coop rosse, tra supermercati e riforme mancate” (Rubbettino editore, pagg. 170, 14 euro). Tassinari parte dal ricordare come il presidente francese Mitterrand ritenesse che la grande distribuzione doveva diventare una portaerei, cioè la base per il decollo dell’economia dell’intero paese. Invece in Italia così non è stato e questo settore, nella documentata ricostruzione del libro, è finito per essere una Cenerentola, osteggiata e ostacolata nella sua pur importante evoluzione, che ha così potuto contribuire in maniera assai ridotta alla modernizzazione del paese.

Quella che Tassinari propone è una storia, sinora mai scritta, che parte dal racconto di come le cooperative di consumatori sono diventate leader di mercato, crescendo sino alle dimensioni attuali, con oltre 8 milioni di soci. Questo in un paese incapace di avere una visione del proprio futuro. Se certo le colpe della politica sono in primo piano, anche la classe imprenditoriale, dagli Agnelli a Berlusconi, da Benetton e Del Vecchio, si è adeguata, mettendo gli interessi di famiglia avanti a quelli del paese. Sono vicende che Tassinari documenta puntualmente, essendone stato protagonista, raccontando i retroscena della vendita di catene come Gs, Standa o Rinascente, oggi finite o in mani straniere o dissolte dopo diversi passaggi di proprietà.

Ma soprattutto nel libro c’è un’appassionata riflessione sulla cooperazione e su Coop, perché Tassinari è prima di tutto un cooperatore. La sua è una proposta che alla difesa di un modello e dei suoi valori fondanti, alla rivendicazione di un’esperienza straordinaria basata sul patto con lo Stato definito con l’articolo 45 della Costituzione, accompagna anche un accorato appello alla cooperazione stessa perchè trovi con urgenza il coraggio di rilanciare la propria azione, perché occorre continuare a innovare con determinazione, proprio per evitare che siano altri a decidere dall’esterno sul suo futuro

febbraio 2016

 

 

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