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Il congedo parentale? Fa bene soprattutto al papà

papà che abbraccia bambino

Papà? Tra le pappe sta benone, e non solo: si trova meglio anche al lavoro. Lo afferma la società di consulenza internazionale McKinsey, che ha intervistato 130 neo-padri e le loro partner in dieci Paesi, sul congedo di paternità esteso: gli uomini hanno detto che la loro esperienza è stata decisamente positiva, nonostante alcuni fossero preoccupati su cosa avrebbe potuto significare per la loro carriera. Anzi, ne hanno beneficiato anche le finanze familiari.
“In tutto il mondo — afferma l’indagine – 90 paesi su 187 offrono un congedo di paternità retribuito per legge e nei paesi Ocse, anche se meno della metà degli uomini usufruisce di tutte le prestazioni di congedo loro offerte”. Il 90% dei padri che lo hanno fatto, intervistati, ha notato un miglioramento del rapporto con la compagna, non tanto per l’aiuto che avevano dato nei compiti domestici, quanto per il supporto emotivo offerto alla madre nei primi e difficili giorni di cura del bambino. Il maggiore coinvolgimento del padre, fra l’altro, può alleviare la depressione post partum, ridurre lo stress della mamma (migliorando così anche la salute del bambino) e farla tornare prima al lavoro. Inoltre, il congedo di papà può aiutare a creare relazioni molto forti con i figli: un legame “speciale” che dura per gli anni a venire.

Essere genitori insieme nei primi giorni, settimane o mesi di vita di un bimbo risulta determinante nel plasmare le dinamiche familiari e diventare genitori e famiglia solida. E i benefici non finiscono qui. Infatti — dice McKinsey — il congedo di paternità può influenzare le decisioni dei genitori su quanto destinare, nel budget familiare, all’assistenza all’infanzia e al lavoro domestico. Mentre, se papà resta a casa, migliorano anche i conti: “Questi padri hanno anche notato che i loro congedi li hanno aiutati a sostenere le loro partner in modo da ridurre al minimo l’impatto negativo sull’avanzamento di carriera. Il congedo di paternità, inoltre, riduce il divario salariale di genere all’interno delle famiglie, aumenta i salari delle madri a breve termine e contribuisce ad aumentare il benessere finanziario totale delle famiglie a lungo termine”. Con due stipendi, e senza costringere la donna ad arretrare sul lavoro, l’intera famiglia è più ricca e si allontana il rischio povertà.

Ultimo ma non ultimo, gli uomini che trascorrono del tempo con i propri figli segnalano un aumento di felicità e appagamento personale, e molti nuovi padri scoprono anche un ritrovato apprezzamento per le aziende dove lavorano. Con un senso delle priorità rivisto, alcuni di loro hanno iniziato ad apportare cambiamenti positivi nella loro vita lavorativa, sentendosi orgogliosi della propria scelta anche di fronte a colleghi, familiari, amici. A tutto vantaggio delle stesse aziende che investono nel congedo anche per lui.
Ma perché questa paternità più profonda sia davvero felice e senza rimpianti, secondo l’indagine occorrono tre condizioni chiave: una cultura del lavoro che incoraggi il congedo (70%), il sostegno politico del loro datore di lavoro (63%) e una tempistica di promozione in carriera inalterata (30%).

Tag: congedo parentale, paternità, lavoro, parità di genere

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