Il pesce d’aprile in tutto il mondo diverte, ma avrà portato benefici a chi opera nei mercati ittici? E la giornata dei calzini spaiati, che da un decennio si celebra in Italia il primo venerdì di febbraio, è un’idea del tessile di Prato oppure di chi ha figli adolescenti in casa? Ma anche senza figli – ha detto qualcuno –, ad ogni lavatrice mi viene il dubbio di avere “un piede solo”, per cui una festa ci sta, eccome!
Scherzi a parte, sul Carbonara day, promosso dall’Unione pastai, ci sono ben pochi dubbi. Cade il 22, sempre di aprile, ed è chiaramente una data dal sapore promozionale. Così come il Tiramisù day, il 21 marzo, inventato a Treviso. La festa della mamma invece è sacra. Quella del papà, forse. Di tutt’altro tenore sono altre giornate riconosciute in tutto il mondo, cariche di valori. Sì, perché ormai ce n’è di tutti i tipi, in questo calendario laico che scandisce le nostre esistenze. Ogni giorno un rito da osservare. Un un mix assordante e un po’ cacofonico che proviamo, ora, a sciogliere.
Santi e laici Ci sono le giornate istituite per volere di organismi internazionali come Onu, Fao, Unesco, Unicef, per generare consapevolezza su problematiche specifiche (dalla giornata della Terra a quella dell’Acqua; il 21 settembre è da ricordare per la Pace e la non violenza). Giornate legate ad eventi storici o culturalmente rilevanti (dal 25 aprile per l’Italia al 1° maggio in tutto il mondo). Quelle imperniate su cause sociali o questioni d’interesse comune (la festa delle donne, ad esempio). Anniversari di ferite sempre aperte che alimentano il dibattito pubblico (giornata della Memoria e del Ricordo, o delle Vittime innocenti delle mafie). Poi l’importazione da altre culture e tradizioni, come Halloween e il Black Friday, e l’export di quelle che ci siamo prodotti in casa, tipo San Valentino, nato da una bolla papale (vedi box). Infine le giornate più contemporanee, inventate di sana pianta: “festività” divenute virali grazie al tam tam dei social o costruite in forma di evento, a tavolino, dal marketing aziendale.
Tutto ciò suona come un invito a non mettere ogni cosa su uno stesso piano ed evitare, se possibile, il troppo che stroppia. Sui grandi temi infatti non si scherza: i diritti, l’ambiente, la memoria, la pace tra i popoli. E nemmeno sulla tutela della salute: prossimi focus il 24 aprile sulla meningite, il 30 maggio sulla sclerosi multipla. E il rispetto dovuto alle specie animali? Le tartarughe hanno il loro giorno di gloria, sperando che basti a salvarle, il 23 maggio, le api il 20, l’orso polare il 27 febbraio. Più alcuni animali da compagnia che si sono guadagnati un surplus di attenzione, per la felicità della “pet economy” che vi gira attorno. Ben vengano, perciò, il giorno del cane il 26 agosto e quello dell gatto il 17 settembre, con un approfondimento per il gatto nero, il 17 novembre, giornata internazionale contro tutte le superstizioni.
Ma quanti giorni restano liberi, proseguendo di questo passo? Pochissimi, da come li incolonna il marketing allo scopo di offrire a social media manager e pubblicitari gli spunti per creare post e condivisioni online. Per cui, chi volesse occupare una casella vuota è meglio che si affretti: esistono già sovrapposizioni imbarazzanti. Che dire, ad esempio, della giornata mondiale dei pinguini che coincide con il 25 aprile o di quella della risata il 1° di maggio? Si sta creando, a forza di “save the date”, un effetto saturazione non solo nel calendario, ma anche nelle teste delle persone.
Il rosario delle assurdità Vale la pena sgranare ancora il rosario di feste che ogni mattina ci accompagna per radio, sui giornali, sottolineato dai motori di ricerca che creano emoji per l’occorrenza (a proposito, il World emoji day, giornata dedicata alle “faccine”, c’è già: il 17 luglio).
La palma della più assurda e bizzarra se la contendono Blue monday, il giorno più triste dell’anno (il terzo lunedì di gennaio) ma soprattutto il Caps lock day, il tasto blocco maiuscole che si festeggia il 22 ottobre e, almeno, ha in sé il seme dell’ironia: prende in giro quelli che scrivono tutto in maiuscolo! Ma sono molte le feste che, scavando un po’, hanno una motivazione anche per certi versi comprensibile. Chi più, come la giornata internazionale dei mancini (il 13 agosto) e delle vedove (il 23 giugno), chi meno, come la consacrazione del bacio, il 13 aprile, data scelta per ricordare il bacio più lungo della storia che è durato 58 ore e ha avuto come protagonista una coppia thailandese durante una gara. E chissene, state pensando? La giornata dell’invidia, o della volpe e l’uva, non è stata ancora creata…
Ma chi le decide? Il bacio è un buon esempio di ritualità affermatasi per vie non ufficiali. L’elenco delle giornate è infatti come quello telefonico, in costante aggiornamento. Le fonti sono varie. Il canale dell’ufficialità prevede che gli Stati membri dell’Onu avanzino una proposta, in genere su richiesta di un’associazione, che poi l’Assemblea Generale avallerà assegnando un giorno particolare. Questo calendario ufficiale è composto al momento di circa 160 giornate.
Ma nell’era digitale può bastare un hasthag ben azzeccato e la rete impone una propria agenda che si affianca o si sovrappone a quella istituzionale. Per le aziende è molto vantaggioso seguirla, per comunicare con il proprio pubblico e allargarlo. Si calcolano addirittura effetti sulla produttività di un Paese, come testimonia la giornata mondiale del complimento, il 1° marzo, che, tra partentesi, coincide con il Pancake day, tradizione inglese sbarcata in Italia. Per intere categorie commerciali è un’occasione d’oro poter moltiplicare i fatturati un giorno all’anno: per i maestri gelatieri il Gelato day, per gli orafi San Valentino, per gli operatori dell’e-commerce il Black Friday, così come per i commercianti di giocattoli lo è da sempre il Natale e per chi produce cioccolato la Pasqua, ma ora anche il Chocoday…
Ancora una volta sacro e profano si intrecciano lasciando in bocca, come dice il cantautore, un gusto un po’ amaro di cose perdute, di cose lasciate lontano da noi. Di altri calendari, insomma, un po’ meno ibridi e pasticciati. A proposito, dedicata al sale, al fine di ridurlo nelle diete alimentari, c’è una intera settimana internazionale. Per i cantautori, invece, ancora nulla. Solo questione di tempo, perché la festa della musica si tiene già (il 21 giugno, solstizio d’estate) e il jazz, il 30 aprile, si è preso tutto per sé il palcoscenico.
Le curiose origini di alcuni giorni speciali
Giornata nazionale dei calzini spaiati: vuole lanciare un messaggio di accoglienza verso la diversità, di rispetto e accettazione dell’altro. È nata dieci anni fa in una scuola primaria di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, dall’idea di una maestra.
Festa nazionale del gatto: è stata introdotta nel 1990 su iniziativa della giornalista gattofila Claudia Angeletti che propose un referendum tra i lettori della rivista “Tuttogatto”. L’oggetto era stabilire il giorno da dedicare a questi animali.
Giornata internazionale del blocco maiuscole (Caps lock day): prende in giro chi abusa del maiuscolo, che nel linguaggio del web significa urlare frasi a squarciagola con toni rabbiosi. È nata nel 2000 negli Stati Uniti e si celebra pubblicando sui social un messaggio rigorosamente “tutto alto”.
Giornata internazionale dei mancini: per diffondere la conoscenza della lateralizzazione meno diffusa tra la popolazione e le sue implicazioni nella vita quotidiana. È stata istituita nel 1992 in Gran Bretagna, dal club Lefthanders International.
Giornata internazionale del Tiramisù: festeggia uno dei dolci italiani al cucchiaio più apprezzati nel mondo. Lanciata nel 2017, a Treviso, su iniziativa di una coppia di food-writer, dal 2021 è stata affiancata dalla competizione tra non professionisti “Tiramisù world cup”.
Festa di San Valentino: la tradizione della festa degli innamorati risale all’epoca romana, al 496 d. C., quando papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità. Celebrazioni sfrenate che si tenevano il 15 febbraio. Il papa decise di spostare la festa dell’amore al giorno precedente, già dedicato a San Valentino, che divenne da quel dì il protettore degli innamorati.