I meloni sono buoni proprio in tutte le stagioni! Potremmo parafrasarla così, la canzone degli Skiantos, assaggiando i meloni Terra Equa coltivati in Senegal. E quando diciamo buoni intendiamo buoni in tutti i sensi: perché grazie a questo progetto, voluto da Coop Italia grazie alla collaborazione con Op Francescon, una ditta mantovana che opera nel settore, la zona di Thiès – 40 chilometri da Dakar – è cambiata. Ora c’è un presidio medico, una scuola in muratura e il lavoro. Quello per la coltivazione dei meloni, appunto. Meloni che sono disponibili sui banchi ortofrutta della Coop, quando la produzione nazionale non è disponibile.
Il progetto è nato nel 2014 su sollecitazione di Coop – spiega Bruno Francescon dell’azienda omonima. «Venne l’idea, insomma, di produrre dei meloni in controstagione rispetto all’Italia, e di farlo in regime di mercato equo e solidale. E l’idea ha funzionato: nel 2014 sono state vendute 420 tonnellate di meloni senegalesi, per un totale di 42mila euro, mentre nel 2015 la commercializzazione ha raggiunto le 440 mila tonnellate, con una disponibilità di 44mila euro. Poi nel biennio 2016-2017 abbiamo avuto ancora un +30% di vendite». L’idea ha funzionato anche perché i meloni sono buoni, e il loro successo ha consentito l’impiego di circa 200 persone, tutte assunte con busta paga, che lavorano stagionalmente su un terreno di 200 ettari che prima era totalmente incolto e abbandonato e che ora è diventato fertile. «I meloni crescono bene, senza alcuna forzatura – ci spiega Francescon – e il clima è l’ideale: molto caldo di giorno e fresco di notte, più o meno le condizioni che ci sono da noi nella Bassa quando è estate… In più le piante sono molto sane perché intorno non c’è nessun’altra coltivazione che possa in qualche modo contaminarle».
L’azienda mantovana ha portato nel paese africano le attrezzature e il know-how necessari alla produzione e Coop è impegnata a distribuire il prodotto nei propri punti vendita destinando 10 centesimi per ogni chilo di melone venduto per la realizzazione di opere di rilievo sociale nel territorio senegalese.
Così con i fondi raccolti tra 2014 e 2015 è stato costruito a Tasset, villaggio limitrofo alla zona di produzione, un presidio medico dotato di letti, sala parto, ecografo, incubatrici e altre attrezzature d’avanguardia; qui è stata inviata inoltre un’ambulanza con caratteristiche idonee al territorio acquistata direttamente dalla Protezione civile italiana, perché le persone a volte abitano in territori molto distanti dal presidio medico e sono impossibilitate a muoversi. Con i fondi raccolti nel 2016, quasi 45mila, è iniziata la ristrutturazione di un centro scolastico a Keour Diogou, a circa 2 ore da Dakar, mentre con i contributi 2017 (45.838 euro) i lavori sono stati conclusi. Il presidio scolastico è stato costruito con manodopera e materiale locale, tranne i tetti arrivati dall’Italia. Già ora attorno al nuovo centro scolastico gravitano circa 600 bambini con i loro insegnanti e offre anche alloggi per chi viene da lontano e non può fare ore ed ore di cammino per tornare a casa. E nel futuro? «L’obiettivo – conclude Francescon – è costruire altre 4 aule oltre alle 2 già esistenti».